da “Babilonia”, aprile 2003 – “W la libertà di eliminare i finocchi”, “Queste disposizioni sono bestiali”, “Pena di morte”, “Perversione”, “non cognoscono la puzza e la miseria nella quale essi sono” rammentano “curiose” definizioni di come l’omofobia si sia espressa. In ordine di citazione provengono da una scritta sui bagni dell’Università di Milano, da un testo di Aristotele, da un attuale codice penale degli Emirati Arabi, dalla Nuova Enciclopedia Rizzoli Larousse del 1989 e da una predica di Santa Caterina da Siena.
Paolo Pedote e Giuseppe Lo Presti si sono ‘divertiti’ a raccogliere, catalogare e ritrascrivere centinaia citazioni simili a queste e le hanno pubblicate nel testo Omofobia il pregiudizio anti-omosessuale dalla Bibbia ai giorni nostri edito da Stampa Alternativa. Un viaggio nell’orrore? Sì orrore, ignoranza, pregiudizi, violenza e morte sono tra le caratteristiche di ciò che è stato detto di noi nella storia. Ma se tutti i giorni avvertiamo il peso millenario della più bieca ignoranza che grava sulle nostre spalle ha senso rileggere il peggio che è stato detto di noi? Ancora una volta sì. Leggendo quelle parole possiamo spiegarci le ragioni di tanto odio e finalmente abbiamo il nome e cognome dei nostri carnefici. Ne parliamo, in esclusiva, con gli autori.
Come nasce l’idea di scrivere “Omofobia”?
Paolo Pedote: Ero ancora studente di filosofia quando ho pensato ad un libro che raccogliesse tutte le citazioni omofobe possibili, una specie di blob accademico, che assomigliasse da un lato a una lista nera, ma che dall’altro facesse anche ridere, e soprattutto riflettere. Cercavo un perché all’odio che circondava l’omosessualità. Se pensi che a molti non potevo neppure dire di essere gay… Poi ho conosciuto Giuseppe e abbiamo incominciato a catalogare ogni condanna che ci pendeva sulla testa…
Giuseppe Lo Presti: …e così è nato “Omofobia”! Il progetto di Paolo era un insieme magmatico di idee ed energia, e la sfida era molto allettante. Dovevo creare un iper-testo su carta e con grande fatica ma tenacia… eccoci qui a parlarne.
Cosa racconta “Omofobia”?
GLP ‘Omofobia’ è una raccolta di oltre 500 citazioni ‘omofobe’ suddivise in capitoli a seconda del campo di sapere da cui provengono come, ad esempio, psicologia, religione, filosofia e così via… è una sorta di storia del pregiudizio Le citazioni si susseguono o seguendo un ordine temporale o un criterio… ‘estetico’. Tra le citazioni ci sono spesso nostri interventi e racchiudono il libro una introduzione e una postfazione.
In pratica avete raccolto tutto il peggio che si è detto sull’omosessualità?
PP Certo! ‘Omofobia’ è un viaggio senza ritorno nell’idiozia umana che ha fatto della sessualità l’unico problema serio da affrontare, annullando la dignità dell’essere umano. È il racconto di un tempo, neanche troppo lontano, in cui per sopravvivere l’omosessuale ha dovuto negarsi.
Quali tra le citazioni di disprezzo, scandalo o satira sull’omosessualità vi hanno colpito di più? Ce ne offrite un assaggio in anteprima?
PP Tra tutte le dichiarazioni quelle di Franco Zeffirelli e di Bossi sono, a mio parere, le più imbarazzanti. Il primo ha definito il Pride “Una parata di checche scatenate ha ben poco da spartire con gli omosessuali veri… Io riconosco la mia colpa e non mi assolvo”. Per lui provo una naturale antipatia e pena, attacca gli omosessuali palesando la pericolosità di quelli come lui perché trasforma la sua personale sofferenza in cattiveria e volontà distruttiva. Con alcune interviste e interventi di Bossi, come “Bisogna cancellare questi sporcaccioni. Sono i Cappuccioni, i massoni e i loro manutentori di sinistra” e così via, ho ricostruito un delirante monologo che ha il merito di raccogliere gli aspetti peggiori del pensiero dell’italiano medio: luoghi comuni, razzismo, affermazioni senza fondamento, ignoranza…
GLP Dopo così tante citazioni – non vorrei sbagliarmi ma tra libro, materiale non pubblicato e materiale scartato superiamo il migliaio – non è semplice scegliere e darne qualcuna come esempio. L’omofobia che mi spaventa di più è quella che si esprime attraverso i linguaggi sofisticati, le ideologie raffinate o le culture finto paritarie. Mi fanno arrabbiare molto il mormorio, il silenzio o il compatimento di chi si crede superiore piuttosto che il disprezzo gridato in faccia. Mi vengono in mente la viscida discolpa di Alfred Douglas (amante di Oscar Wilde) e come chiama il ‘Gay Pride’ Alberto Arbasino e cioè “l’orgoglio del sedere”. Non male nemmeno Ida Magli con il suo ‘i gay portatori di cultura di morte’ e il Cardinale Alfonso Lopez Trujillo che scrisse l’ancora vitale: “Bisogna distinguere la tendenza che può essere innata e gli atti di omosessualità che ‘sono intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale”. Come può poi un’espressione umana essere contemporaneamente innata e innaturale non è spiegato…
Avete raccolto più di duecento pagine di espressioni omofobe passando dalla religione, alla letteratura, alla filosofia al WEB e altro e, ancora, dal passato remoto al presente. Deve essere stato un lavoraccio…
PP Ma è stato affascinante fare il topo da biblioteca e consultare manuali, codici penali dei secoli passati o altro ancora, nel silenzio più totale. La biblioteca di Brera, per esempio, è un luogo meraviglioso, la gentilezza degli addetti, la loro complicità ad aiutarti a trovare un testo improbabile e antico… ho rinunciato volentieri anche a ore di lavoro per passare più tempo lì.
In “Omofobia” avete fatto dialogare sull’omosessualità anche individui che rappresentano ideologie all’opposto. Avete citato, ad esempio, il cardinal Tonini e il suo “l’omosessualità è un male presente ovunque e va affrontato con tempestività e fermezza” poi il mussulmano Muzammil Siddiqi della Società Islamica del Nord America che ha detto: “L’omosessualità è un disordine morale. E’ una malattia morale e una corruzione” e ancora il laico Schopenauer che affermò: “la pederastia si presenta come una mostruosità… odiosa e ripugnante al massimo grado”. Sembra che l’omofobia non abbia colore…
GLP Io credo che l’omofobia non abbia un colore. Mi ha divertito costruire dialoghi ipotetici tra ideologie diverse ma mi ha anche intristito. Ho scoperto che da soggetti molto diversi, da fonti lontane sia nello spazio che nel tempo e da culture che ‘sembrano’ antitetiche proviene lo stesso disprezzo per gli omosessuali.
PP Sull’omofobia, è evidente nel nostro testo, non ci sono differenze tra sinistra o destra, tra neri, gialli o bianchi. L’omofobia sta piuttosto nella matrice del concetto di potere. Bush, Berlusconi, Saddam Hussein, Dio sono leader maschi. Gli omosessuali, rompono il meccanismo attraverso il quale si è definito e costruito il potere. È in questa dinamica che l’omofobia prende corpo e significato.
Ma nel vostro testo c’è spazio solo per tutte le brutture che sono state dette di noi?
GLP Abbiamo reso l’atmosfera più respirabile con precisazioni o ironizzando sullo stigma… poi abbiamo creato un angolo in cui rinfrancarci, una nostra ‘fonte pura’. Si intitola così l’ultimo capitolo, dove abbiamo raccolto espressioni limpide, emozionanti e orgogliose dell’amore tra persone dello stesso sesso, come raggi di sole che penetrano la prigione della ‘norma’ .
Secondo voi quale è stato il campo di sapere più omofobo?
PP Non c’è un campo del sapere più omofobo di un altro. Tra tutti però mi stupisce la Psicologia e in modo particolare la Psicoanalisi. Quest’ultima è addirittura inquietante nel suo scandagliare morboso della sessualità, nel cavillare sulle pratiche affettive e nel tentativo di rendere ogni comportamento emotivo un luogo di indagine ossessiva. Il sesso, come ogni ‘pratica sociale’, a mio avviso, vive di un’unica legge e cioè del rispetto per l’altro. Lo dico con sofferenza perché ho molti amici psicologi a cui voglio bene.
GLP Per me è la religione quanto a mole di testi omofobi prodotti nella storia. Batte tutti! Dopo questo lavoro, credo che l’odio per gli omosessuali sia una sorta di archetipo che attraversa tutti i campi del sapere, che li marchia e che si nasconde coprendosi di mille maschere, sempre nuove e sempre uguali, nei secoli e nei saperi.
Cosa cambierà dopo “Omofobia”?
PP Io spero che gli eterosessuali lo leggano,per capire come la loro normalità non sia altro che il prodotto di artifici culturali, ovvero la proiezione di quello che il potere si aspetta da loro. E che il rifiuto che sono costretti a provare serve a far tirare avanti il carrozzone ormai scassato che è il mondo patriarcale, occidentale e non. Questo testo vuole solo precisare che l’uomo è troppo fragile oramai per permettersi di stabilire cos’è normale e cosa non lo è, e che dietro ad ogni condanna omofoba si nasconde solo il residuo di una metafisica sclerotizzata.
GLP Credo che ogni omosessuale – ognuno con i propri tempi – abbia necessità, per una crescita personale e collettiva, di contattare l’omofobia e il disprezzo sedimentatisi dentro se stessi. Io vorrei che si guardasse a questo libro come ad uno strumento per conoscere le diverse sfaccettature che può assumere la discriminazione. Insomma un testo utile agli ‘eterosessuali’ quanto agli ‘omosessuali’ per valutare e stimolare un confronto con l’omofobia sociale e interiorizzata.
Intanto l’omofobia continua…
GLP Sì, continua come il nostro lavoro: la raccolta di citazioni omofobe continuerà sul WEB, all’indirizzo www.omofobia.info, dove con il materiale non pubblicato e con il fondamentale contributo degli utenti che vorranno aiutarci, proveremo a costruire un archivio dell’omofobia. Raccogliamo queste testimonianze perché ci piace pensare all’omofobia come ad una malattia virale che quando si subisce, sviluppa anticorpi… Ecco, il sito vorremmo che fosse un antivirus molto speciale…