Una coppia gay protesta con Alitalia perché non ha ottenuto la tariffa scontata per le coppie, pubblicizzata con lo slogan Volate felici e due ragazzi chiedono aiuto per trovare una casa in affitto: è nel 1991 che le coppie gay italiane si affacciano alla TV nazionale.
In diretta su Rai 3 Vite diverse di Gad Lerner ospita numerosi attivisti gay che raccontano la loro esperienza.
In uno studio completamente bianco, con una grande scritta omosessualità sullo sfondo, emergevano tutte le difficoltà della condizione omosessuale, l’ipocrisia della doppia vita e l’omofobia sociale. Il single era al centro del dibattito, la coppia appariva ancora un raro esotismo.
Vite diverse segnò lo spartiacque tra una TV che consentiva solo agli eterosessuali di cianciare di omosessualità, come nel caso tal Professor Moroni che nel 1985, intervistato su Rai1 da Enzo Biagi, sostenne senza contraddittorio che gli omosessuali erano responsabili della pandemia hiv/aids, ed una TV che finalmente consetiva ai gay di prendere parola.
In quindici anni gli omosessuali hanno conquistato molto spazio televisivo e, mai come quest’anno, la TV ha dedicato trasmissioni, dibattiti ed approfondimenti a coppie gay e ai Pacs, argomenti centrali dell’agenda politica italiana ed internazionale.
Innumerevoli famiglie gay hanno raccontato la loro normalità e si sono scontrati con sacerdoti ancora inchiodati al leit motiv che ci vorrebbe contro-natura e tutti i politici sono stati chiamati a pronunciarsi, e sui Pacs non è mai stata diffusa una puntuale informazione televisiva come quella dell’anno 2005. Ma proviamo a fare un passettino indietro.
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“Negli ultimi cinque mesi”, protestava, nel settembre scorso, l’onorevole Franco Grillini con una lettera aperta al Presidente Rai Claudio Petruccioli, “senza voler andare troppo indietro nel tempo, non un solo esponente della comunità omosessuale italiana ha potuto esprimere la sua opinione su questioni che riguardano direttamente e indirettamente l’omosessualità…
Per tutto il mese di giugno si è discusso dell’approvazione del matrimonio gay in Spagna. Non un solo esponente della comunità lgbt è stato chiamato a commentare la vicenda nei vostri telegiornali. L’esclusione e la censura si è ripetuta anche in questi giorni e non un solo esponente della comunità gay italiana nonché non un solo firmatario della proposta di legge sul Pacs è stato interpellato per spiegare la Proposta di legge stessa che riguarda gay ed eterosessuali.
Assistiamo, viceversa, ad una debordante presenza, nei telegiornali stessi, di opinioni di esponenti di organizzazioni cattoliche e dei relativi organi di stampa, con posizioni a volte anche violentemente omofobiche e insultanti, alle quali non è dato di replicare agli esponenti della comunità omosessuale o laica italiana”.
In TV quando si parla di omosessualità i sacerdoti cardinali e religiosi, come osservava anche l’osservatorio di Pavia sulle presenze tv, sovente non hanno un contraddittorio.
Peggio, quando si tratta di omosessualità, le redazioni sono sempre a caccia del caso umano. E’ lo stesso Grillini ci dichiara di essere tempestato di telefonate di giornalisti che gli chiedono contatti con coppie.
“Chiedono – ironizza – solo eterosessuali, e nel caso di coppie gay le pretendono irreali. Non basta la difficoltà di una coppia a presenziare, come tale, alla riunione condominiale vogliono un lui-lui, albino e sieropositivo o una coppia lesbica di una extracomunitaria con una ragazza diversamente abile… mi aspetto che mi chiedano prima o poi una coppia di fatto tra un pino e un frassino…”.
Insomma, la televisione quest’anno ha molto parlato di noi, ma la nostra normalità sembra non avere ancora la dignità di notizia. (pubblicato originariamente in “Cassero”, gennaio 2006, con il titolo Mezzo gay)