Se la Lega ci ripensa

Il movimento glbt cerca di aprire un confronto con il partito di Bossi e sorprendentemente ottiene qualche timida risposta educata a livello locale e nazionale. E’ presto per parlare di disgelo, ma è già meglio del tradizionale repertorio di insulti omofobici.

Gay e Lega, un rapporto impossibile? Forse no, almeno stando ai recenti tentativi di dialogo da parte del movimento gay con una forza politica che negli ultimi anni ha costruito il suo consenso sul populismo spicciolo contro gli omosessuali e con azioni politico-parlamentari di ferma opposizione ai diritti glbt. Eppure, tra i gay e la Lega, non è sempre stato così: l’indipendentismo padano degli albori era laico e anticlericale e, nel 1997, si confrontava persino con i “Los Padania”, associazione che avrebbe voluto aggiungere al sole a cinque punte un bel arcobaleno promuovendo un movimentismo gay tutto nordista.

Con il tempo però di quel’atmosfera si è persa ogni traccia, e per tornare a respirarla tocca andare a spulciare vecchi giornali. Per esempio, in un articolo del Corriere della Sera di quegli anni abbiamo trovato un’interessante dichiarazione di Franco Fante, medico e “ministro della Padania”: “Il matrimonio fra gay? Nella Padania auspicata dalla Lega, sarà possibile per venire incontro alle esigenze di vera libertà degli individui”.

Poi Bossi e i suoi ci hanno ripensato, mettendo sugli scudi il “cielodurismo” e allineandosi scrupolosamente al Vaticano per quanto riguarda l’etica sessuale. Il tutto si sintetizza in un’ormai celebre dichiarazione del senatùr: “No alla famiglia omosessuale. Noi tolleriamo la diversità ma non accettiamo la dittatura di un modello sessuale artificiale”. Fu così che all’ombra del Carroccio l’omofobia più becera potè tranquillamente scatenarsi, come testimoniano le esternazioni di diregenti leghisti che si sono accumulate nel tempo (come quelle di Roberto Calderoli sui “culattoni”) e pure recenti dichiarazioni di Bossi junior, detto “il trota”: “nella vita va provato tutto, tranne droga e culattoni”.

In tale contesto fieramente impermeabile alla civiltà stonano le aperture puramente retoriche di alcuni big. Come Matteo Salvini, europarlamentare e direttore di radio Padania, che dichiarava a Klauscondicio «Sì ai gay nella Lega… chiunque è benvenuto, noi non pratichiamo nessuna discriminazione…”. O come l’iper-xenofobo Mario Borghezio, secondo cui l’Italia è pronta per un presidente del consiglio gay.

A sorpresa dunque, un microscopico spiraglio per il dialogo si è aperto in ambito locale a Bergamo e Pavia dove, Pdl e Lega governano e hanno approvato all’unanimità due diversi ordini del giorno a sostegno della giornata internazionale contro l’omo-transfobia. Quale migliore occasione per aprire un confronto diretto? Detto fatto: Arcigay Bergamo e Arcigay Pavia, a fine ottobre, si sono seduti ad un tavolo insieme agli esponenti leghisti (e di Pdl e FL) perché, spiega Giuseppe Polizzi, di Arcigay Pavia, “la militanza che lavora dove il centro destra e Lega vanno fortissimo se vuole organizzare una manifestazione o una campagna con l’omofobia deve confrontarsi per forza con quei partiti e trovare punti sui quali le distanze non sono incolmabili”.

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Pride era presente e, tra tarallucci e vino, abbiamo assistito con un certo stupore a un’inedita aperura leghista rispetto ad un pride regionale lombardo e a campagne cittadine contro l’omofobia.

Matteo Mognaschi, giovanissimo coordinatore nazionale studenti padani e consigliere comunale a Pavia, e Alberto Ribolla, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Bergamo, pur tenendoci a sottolineare le distanze sulla famiglia che per la Lega è solo “quella naturale uomo e donna” si dicono convinti che la nuova generazione padana è, almeno a Pavia e Bergamo, consapevole delle difficoltà che vivono gli omosessuali e intenzionata a risolverle. Alle associazioni poi, bontà loro, va il suggerimento di “non stare schiacciati a sinistra: ci sono interlocutori anche nel centro-destra e molti gay votano Lega”.

In tutto questo buonismo progay non emerge una contraddizione lampante: nessun omosessuale leghista milita visibilmente nel partito. Come mai? Perché la base del partito è ancora intollerabilmente omofoba e anni di silenzio e insulti non si cancellano con un tavolo. Prova ne sia, esattamente il giorno dopo l’incontro (che sarà replicato in futuro), la comparsa su facebook di battutine da osteria dei giovani padani sull’iniziativa, insieme ai mugugni in direzione provinciale del partito che sembrerebbe aver chiesto conto ai pavesi dell’apertura di spericolate sponde al movimento gay.

Ma le aperture sono arrivate anche a livello nazionale dove il partito ha nominato l’onorevole Carolina Lussana (la stessa che ha detto no alla legge contro l’omofobia, no alle famiglie gay e che spera di non avere “un figlio omosessuale”) ambasciatrice di un incontro (previsto per fine novembre quando saremo già in stampa, ndr.) con la militanza gay promosso da Imma Battaglia.

La volontà di parlare con il movimento gay quindi c’è, ma è impossibile anticipare quello che dirà il partito: l’onorevole Lussana, contatta telefonicamente, si trincera dietro un secco “parlerò solo dopo l’incontro”.

E’ insomma prematuro persino parlare dell’avvio di un dialogo tra gay e Lega. Ma considerate le premesse, è già qualcosa. (pubblicato in “Pride”, n.138, docembre 2010, p. 8).

Stefano Bolognini ⋅
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2 commenti

  1. stefano

    mi chiamo stefano ho 25 anni e vengo da bologna… le scrivo questa mail in merito all’articolo fatto su pride -se la lega ci ripensa-… mi ha molto colpito in positivo il fatto che un giornale omosessuale,forse per la prima volta in molti anni non faccia un articolo completamente negativo sulla lega… ho letto anche verso la fine dell’articolo che mancano omosessuali militanti visibili nel partito…quindi per sdoganare un po questa cosa ho deciso di scrivere per la prima volta in vita mia ad una rivista…io sono un ragazzo omosessuale dichiarato sia in famiglia sia al lavoro sia nel mio partito ,la lega nord…sono sostenitore dal 2009,anche se abbracciavo l’ideale politico gia da un paio di anni, e nel 2011 diventerò militante…( a bologna di omosessuali completamente dichiarati nel partito siamo 2 )…e non ho mai, dico mai, avuto problemi sul fatto dei miei gusti personali…un po mi ha stupito questa cosa ,anche perche inizialmente avevo un po paura a conoscerli…forse per quello che si sente dire in giro…quindi appena ho deciso di collaborare col gruppo non ho mai nascosto la mia omossessualità…non è piu la lega di 20 anni fa…molti militanti sono persone giovani e moderne e anzi…a dire la verita…ho trovato piu incomprensione nell’ambiente gay a farmi accettare dai conoscenti come gay leghista che dai miei compagni militanti di bologna e provincia come leghista omosessuale…all’inizio non volevo scrivere questa mail…mi hanno consigliato di farlo alcuni giovani militanti dopo che ho fatto loro leggere l’articolo…molti dicono che forse sono fortunato ad avere trovato un gruppo cosi…ma io credo che anche grazie alla mentalita aperta di nuovi giovani anche la lega è piu moderna …se ha altre domande da farmi risponderò molto volentieri…ora non mi viene in mente nient’altro!…grazie per l’articolo che ha pubblicato….per un attimo mi avete riempito il cuore di gioia ( da buon leghista omosessuale!!!)…un abbraccio….stefano guida…

  2. Andrea

    ho trovato questo sito cercando notizie su stefano guida. Interessante notare questo commento. Chissà se è stato pubblicato dallo stesso candidato in corsa per la lega? Se è lo stesso spero che le sue doti da politico siano migliori di quelle da attore porno. Ho visto il video che aveva girato pubblicato su http://ilpornogay.com/2011/05/09/stefano-guida-leghista-pornostar-e-gay/

    Veramente una schifezza, arrapante come una partita a golf. E dubito che le sue doti da politico siano migliori visto il partito con cui si candida…

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