Radio24, omosessualità on air

Da lunedì a venerdì alle 11 è in onda su Radio 24 Trovati un bravo ragazzo, una trasmissione sulle nuove tendenze familiari che parla di omosessualità senza patemi d’animo. Scambiamo quattro chiacchiere con uno dei conduttori, Carlo Guarino, noto anche per la sua militanza in Arcigay

Carlo Guarino foto Arcigay.it

Carlo Guarino, 23 anni, da Napoli, residente a Roma, più che carino ma ahinoi fidanzato, coming out a sedici anni, visibilità totale a 19 anni, militante di Arcigay…. con un curriculum, che più dichiarato di così si muore, lavora serenamente in una emittente nazionale senza nascondersi. Ecco come.

Carlo, come sei arrivato a Radio 24?

Con Chiara Gamberale, davvero la mia coinquilina nella vita reale, e Luca Galvani il vincitore dell’Isola dei famosi, tenevamo su Rai3 educational il programma 4° piano scala a destra, che fotografava la convivenza di ragazzi tra i venti e i trent’anni. A proposito, non ero indifferente al fascino di Luca e so il suo “vero” orientamento sessuale…

So anche che non ce lo dirai…

…stavo dicevano appunto che a gennaio 2006 Giancarlo Santalmassi, direttore di Radio24 ha riprogettato i palinsesti e ha voluto me e Chiara per una trasmissione dinamica e giovanile sulle nuove famiglie e le nuove forme di convivenza.

Parlate anche di famiglie gay?

Parliamo di nuove tendenze familiari, nuove aggregazioni e parliamo spessissimo di omosessualità. Ad esempio nella puntata inaugurale è stato ospite Franco Grillini che ci ha spiegato i pacs e recentemente abbiamo dedicato un’intera puntata al convegno sulla genitorialità gay organizzato da Famiglie Arcobaleno.

E gli ascoltatori, che ne pensano?

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All’inizio mi spaventavano un po’ le e-mail perplesse che ci arrivavano e in una puntata sui pacs, nel marzo 2006, un ascoltare è intervenuto in diretta insultando gli omosessuali in maniera oscena. Ci sono arrivate decine di sms e telefonate di solidarietà e, più passa il tempo, più noto un’attenzione crescente al tema e talvolta anche cambiamenti d’opinione. Ho l’impressione, stando al feed back che ci arriva, che gli italiani favorevoli all’affermazione di diritti civili per gli omosessuali siano molti di più di quanto possiamo immaginare.

Ci racconti anche qualcosa della tua militanza in Arcigay Roma?

Lavoro, un po’ come factotum, in Arcigay Roma su progetti relativi alle tematiche giovanili e alla comunicazione. Ho aderito subito al progetto di Arcigay, che considero un’avanguardia sociale nel nostro Paese. Il mio sogno è una struttura che ragioni sulla comunicazione e su come si discutono oggi di omosessualità e media. Troppo spesso danno di noi un’immagine macchiettistica.

Torniamo a te. Hai trovato un bravo ragazzo?

Sì [sorride], non l’avrei mai detto…

I tuoi progetti per il futuro.

Finiremo la serie di trasmissione a luglio, e vedremo che cosa succede… Ah, per luglio spero di riuscire a pacsarmi…

Te lo auguro, ma ora dimmi la verità. È mai possibile che un gay dichiarato quanto te non abbia alcun problema sul posto di lavoro…

Non ne ho. Mi ritengo fortunato perché a differenza di molti ragazzi delle mia età mi sono espresso in maniera forte e decisa e francamente sul lavoro mai, mai, mai nessuno ha avuto da ridire sui contenuti lesbici e gay che proponiamo. Dal direttore in giù ci hanno sempre appoggiato e sostenuto. (pubblicato in “Divo”, gennaio 2007)

Stefano Bolognini ⋅

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