Hiv: questo test non s’ha da fare?

L’accesso al test hiv gratuito, anonimo e senza l’impegnativa del medico dovrebbe essere facile, comodo e trasparente. Al contrario non è semplice trovare informazioni utili su dove sia possibile sottoporsi al test, e alle volte le strutture sanitarie “dimenticano” l’anonimato.

“Dove diavolo faccio il test hiv gratuito ed anonimo?”.
Molti lo chiederebbero, senza particolari patemi d’animo, al medico di base, ad un amico sieropositivo sempre meglio informato, o telefonerebbero ad una qualsiasi struttura sanitaria locale (sempre che rispondano!) o ai numeri verdi dell’associazionismo gay, o specifico (Lila, Asa, Ala…) o al numero verde di lotta all’aids del Ministero della salute (è l’800861061).

Se l’importanza di fare il test è assodata, dato che un’eventuale terapia contro l’Hiv è evidentemente più efficace se è tempestiva, non sempre è semplice farne richiesta diretta al proprio medico, e a qualcuno anche una semplice telefonata può sembrare impossibile: “Penseranno che ho combinato qualche stronzata”. Che fare?

Abbiamo osato e siamo partiti da una telefonata al “Numero verde aids”.

L’operatore ci ha impallinato di domande a fini statistici: “Anni? Da dove chiama? Quando ha avuto l’ultimo rapporto non protetto? Era orale? Ha messo lei la bocca o il partner? E il rapporto anale no?”
Dopo trenta secondi di pruderie da confessionale, ottengo l’indirizzo di un centro per fare il test gratuitamente (che però mi chiederà la carta d’identità)… e nessun incoraggiamento umano.

Questa è pur sempre una strada percorribile (insieme a quella di sottoporsi al test pagando 15-20 euro in una struttura privata), ma non abbiamo ancora scovato il test gratuito e anonimo.
Da questo punto di vista Internet ci aiuta ben poco. La ricerca di “test hiv gratis” offre “solo” un milione e novecentomila risultati, tra questi appaiono molti siti che hanno tutta l’aria della frode sul test fai-da-te: impossibile raccapezzarsi.

Trovare un banale elenco delle strutture sanitarie pubbliche che offrono il test è peggio che cercare un ago in un pagliaio.

Ad aumentare i dubbi ci si mette pure il Ministero della salute: “Nelle strutture pubbliche il test è sempre gratuito?”. Il sito “ufficiale” risponde: “Spesso, ma non sempre perché dal 1/6/1995 vi sono delle normative che variano da Regione a Regione e che integrano il D.M. 1/2/91 (G.U. 32) – Art.3, punto 22.”. Sull’anonimato, poi, il ministero aggiunge sibillino: “Nella maggior parte dei Centri è possibile mantenere l’anonimato; negli altri Centri, comunque, è strettamente confidenziale”. Confidenziale?

Ebbene, imbattersi in un centro che offra test gratuito, anonimo e senza impegnativa del medico sembrerebbe, a questo punto, solo questione di fortuna: è necessario essere nella Regione “giusta” e scovare il Centro “giusto”…
“È scandaloso”, dichiara Paolo Patanè, responsabile nazionale lotta aids di Arcigay: “il test deve sempre essere gratuito e l’anonimato deve essere garantito e accompagnato da un’attività di counselling che precede e segue il test. Sappiamo che in molti non fanno il test perché hanno la percezione che il test sia costoso e che richieda la dichiarazione di dati sensibili, e quindi costringa alla visibilità.

Il Ministero dovrebbe ribadire che il test deve essere gratuito in tutte le strutture pubbliche, deve essere rigorosamente anonimo e le Regioni devono rendere disponibili i dati della diffusione della malattia. Oggi infatti le Regioni non assolvono a questo compito “.
Ddel resto, proprio la questione della vaga accessibilità al test è stata oggetto di un’accesa discussione nella consulta delle associazioni per lotta all’aids istituita presso il ministero della sanità.

La consulta porta le richieste dell’associazionismo direttamente a chi prende le decisioni, e in una riunione di qualche mese fa tutte le associazioni si sono lamentate vivacemente della difficoltà di accesso al test, chiedendo l’omogenizzazione delle normative regionali.
Il ministero ha comunque rassicurato sul fatto che in Internet esistono “mappature” dei centri che effettuano il test: è lo stesso Istituto superiore della sanità a pubblicarle.

Alcune associazioni hanno però sostenuto che le mappature non sono attendibili, mancando proprio delle informazioni relative alle modalità di accesso al test (gratuito o no? anonimo o con richiesta di documento di identità? Con o senza l’impegnativa?) ed hanno avanzato un’interessante proposta per la promozione di una cultura serena del test: “tutto il Governo si rechi a fare il test per dare il buon esempio”…
In attesa di risposte istituzionali, chiamiamo noi l’Istituto superiore della sanità per ottenere il benedetto indirizzario.

Dopo un rimpallo di telefonate di almeno una settimana (il responsabile è ad un convegno, non mi possono dare l’elenco, devo sentire l’ufficio stampa, devo sentire la dottoressa tal dei tali, devo chiamare il numero verde, devo richiamare l’Iss) una dottoressa, dopo molte insistenze, mi fa avere il magico link con l’elenco, aggiornato al 2006, dei centri che fanno il test hiv gratuitamente. L’elenco è in effetti in Internet, nascosto nel sito dell’Iss, nella sezione “pubblicazioni”, nella sottosezione “strumenti di riferimento”, nella sotto-sottosezione “2006”, “comodamente” scaricabile in un file .pdf… Se non siete esperti di Internet annotatevi “comodamente” l’indirizzo della pagina, che è: www.iss.it/publ/stru/cont.php?id=2081〈=1&tipo=7&anno=2006.

La dottoressa, in via confidenziale, mi ammonisce a non pubblicare l’elenco su “Pride”: ciò potrebbe portare un sacco di persone a fare il test, complice la retorica dell’1 dicembre, senza che ne abbiamo un “reale” bisogno. È meglio chiamare preventivamente il numero verde… Di più, come possono i lettori scegliere il centro in città che ne hanno più di uno? Potrebbero creare disguidi tra centri…

Ma chi è che ha “reale bisogno” del test, se non tutti coloro che hanno una vita sessuale attiva? E allora quand’è che le istituzioni capiranno che l’accessibilità al test e le protezioni sono i due capisaldi della lotta alla pandemia?

Evitiamo un’analisi approfondita dell’indirizzario, che passa da centri aperti un’ora al giorno dal lunedì al venerdì, a centri aperti due-tre volte a settimana, a città delle stesse dimensioni che hanno molti centri o pochissimi… Per eccesso di zelo controlliamo meglio solo il sito del ministero della salute.

L’elenco di 524 strutture, che fino ad allora mi era sfuggito, è pubblicato anche qui, all’interno della sezione “Hiv aids”, all’interno della pagina “Guida ai servizi aids” al “comodo” link www.ministerosalute.it/hiv/paginaInternaHiv.jsp?id=183&menu=strumentieservizi… sempre in un “comodo” file .pdf. Vi sfido ad annotarlo…

Ciò detto, non tutto è negativo. Partirà a breve la campagna informativa sulla lotta all’aids del ministero, che è pur sempre un passo avanti rispetto al silenzio su hiv-aids dal governo di centro-destra, tuttavia tale campagna non insisterà sull’importanza del test, e non pubblicherà gli indirizzi delle strutture che lo fanno…
Insomma, abbiamo concluso che il test magari gratuito e se va bene confidenziale e forse senza impegnativa del medico in Italia è scoraggiato, ma facilmente accessibile ad utenti professionisti di Internet, a navigatori fortunati, a coloro a cui viene in mente di usare il numero verde di lotta all’aids… sempre che abbiano Internet o che leggano da qualche parte l’informazione.

Ecco, voi l’avete appena letta. Se avete il sospetto di avere compiuto qualche atto “a rischio”, toglietevi il dubbio e andate a fare il test. La paura del possibile risultato positivo è comprensibile, ma l’alternativa è molto peggiore, cioè scoprire l’infezione a seguito dell’esplosione dell’Aids conclamato. Visto che oggi esistono cure per tenere sotto controllo il virus, se non siete positivi non ha senso tenervi inutilmente la paura di esserlo, se invece lo siete, evitare di scoprirlo in tempo vi impedirà di curarvi, mettendo inutilmente a repentaglio la stessa vita. Anche nel caso dell’Aids, prevenire è sempre meglio che reprimere…

I CENTRI NELLA MAGGIORI CITTA’ ITALIANE

Pubblichiamo parte dell’indirizzario fornito dall’Iss per “favorire l’accesso ai servizi di diagnosi e cura e, in tal modo, contribuire alla prevenzione dell’infezione da hiv e dell’aids”
“I potenziali fruitori di questo lavoro – continua -, che ci auguriamo possa essere di grande utilità e costituire un piccolo tassello da integrare con altre iniziative di lotta all’aids, vanno dagli operatori psico-socio-sanitari alle autorità sanitarie competenti. Infine, poiché le informazioni relative ai Centri potrebbero aver subito modifiche successivamente a tale pubblicazione…”. Il testo, non aggiornato, è quindi per addetti ai lavori e non per i diretti interessati e cioè la popolazione italiana. I centri di altre città li trovate all’indirizzo: www.iss.it/publ/stru/cont.php?id=2081〈=1&tipo=7&anno=2006.

ABRUZZO

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L’AQUILA – OSP. S. SALVATORE, Div. Mal. Inf., Via Vetoio, 1. Tel. 0862/368260 – Orario: L-S 8.00-10.00.

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POTENZA – OSP. S. CARLO, Centro Trasf., Via Potito Petrone. Tel. 0971/612362 – Orario: L-S 10.00-13.00.
CALABRIA

REGGIO CALABRIA – AO BIANCHI MELACRINO MORELLI, Lab. di Microbiologia, Via Melacrino. Tel. 0965/397665 – Orario: L-V 8.00-12.00.
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NAPOLI – OSP. COTUGNO, Amb. Mal. Inf., Via G. Quagliariello, 54. Tel. 081/5908253 – Orario: L e G 9.00-12.00.
EMILIA ROMAGNA

BOLOGNA – OSP. S. ORSOLA, Ist. Mal. Inf., Via G.Massarenti, 11. Tel. 0516363355 – Orario: L-V 10.00-12.00.
FRIULI VENEZIA GIULIA

TRIESTE – OSP. MAGGIORE CATTINARA, Centro ImmunoTrasf., Via della Pietà, 3. Tel. 040/761849.
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ROMA – OSP. FATEBENEFRATELLI, Centro Trasf., P.zza Fatebenefratelli, 2. Tel. 06/68801309 – Orario: L-S 8.00-10.30.
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GENOVA, OSP. S. MARTINO, Dip. Scienze della Salute, Via Pastore, 1. Tel. 010/3538123 – Orario: L-V 8.15-11.15.
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MILANO, POLIAMBULATORIO, Centro Prelievi, Via Masaniello, 23. Tel. 02/40225511 – Orario: L-V 7.45-9.30.

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VENEZIA, OSP. FATEBENEFRATELLI, Lab. Analisi, Cannareggio 3458. Tel. 041/783575 – Orario: L-V 8.00-9.30. (pubblicato in “Pride”, n. 102, dicembre 2007)

Stefano Bolognini ⋅

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