Aiuto sono gay!

Il percorso di un adolescente che scopre in sè “strane pulsioni”, fra amenità psicologiche e pregiudizi sociali.

Inventiamoci un quindicenne alle prese con “l’amletico” dubbio “Sono o non sarò gay?”. Chiamiamolo Luca,  facciamolo vivere in un piccolo paese e  immaginiamo che durante un lungo e noioso pomeriggio estivo decida di dare una risposta definitiva a quella domanda che lo imbarazza, stuzzica e impaurisce allo stesso tempo. A quanti di noi è capitato?

Oggi quel fantomatico quindicenne ha a disposizione internet  per trovare una risposta. Fiducioso e, finalmente deciso accende il computer e redige una breve lettera da inviare a qualche consultorio on-line per adolescenti.

Ecco la sua richiesta d’aiuto: “Ho 15 anni e ho un problema da tempo. Mi sono accorto che quando vedo un ragazzo un po’ svestito mi eccita. Mi è successo tante volte tipo nello spogliatoio di educazione fisica o spessissimo in piscina. Ho guardato con amici dei porno ma non provo niente quando vedo delle lesbiche e invece quando un uomo tira fuori il pene mi sento molto eccitato. Non so cosa mi sta succedendo e cerco di non masturbarmi perché quando incomincio penso alle donne ma poi mi immagino a toccare soprattutto un mio compagno di classe. Ha volte credo di essere gay ma non capisco cosa significa. Ne ho visti alla televisione ma non mi piace truccarmi o mettermi la gonna. Secondo voi sono gay? Cosa devo fare? Io non voglio esserlo. Nel mio paese li picchiano per divertimento. Non posso guardare i siti gay perché mio papà magari mi scoprirebbe. A volte penso alla morte. Aiutatemi ho paura. L.”.

Luca, dopo una breve ricerca scopre che i siti di sessuologia dedicati ai giovani sono innumerevoli e che esistono lettere dello stesso tenore della sua già pubblicate sul WEB. Dato che il suo caso gli pare unico decide di inviare la sua lettera al sito di Maurizio Bossi, un sessuologo di cui ha molto sentito parlare. Dopo poco, gli giunge questa missiva: “Stiamo ristrutturando il sistema di risposte. Ci scusiamo se non possiamo inviare una risposta personalizzata. Mi dispiace ma chiediamo di comprendere che l’onere delle risposte supera in questi mesi estivi le nostre possibilità”.

Un po’ irritato, per il tentativo andato a vuoto, Luca prova ad inoltrarsi nel sito e scopre una lettera di un ventiduenne confuso che, tra le righe, dice: “Non riesco a capire se l’omosessualità sia una malattia e, se sì, come si possa guarire. Le opinioni sono tante e io non riesco più a raccapezzarmi”. Nemmeno il nostro quindicenne riesce a raccapezzarsi e immedesimandosi nello scritto legge incuriosito la risposta. Bossi, o chi per lui, dopo aver brevemente descritto il periodo durante il quale l’omosessualità era una malattia mentale dice: [“In seguito, però, si arrivò ad una visione forse (“forse?”, pensa il quindicenne) più realistica [ed] oggi l’omosessualità viene vista sì come una deviazione del corso dello sviluppo della sessualità ma non per questo è una malattia e l’omosessuale non è più una persona da ghettizzare e da allontanare violentemente dalla società quale portatore di un’estrema vergogna”.

Per nulla sollevato Luca conclude la lettura: “Esistono ora due grandi categorie di omosessualità la prima biologica in cui l’uomo presenta in sé caratteri fisici femminili (“non è il mio caso”, pensa il giovane). In questo caso vi può essere stato un ‘incidente’ nello sviluppo del feto che può essere riparato grazie alla moderna chirurgia. Il secondo tipo è una categoria più prettamente psicologica ed in questo caso si deve considerare ogni persona singolarmente. Si deve capire se è omosessualità vera e propria o se è solo una ‘tendenza’ all’omosessualità. A questo punto è opportuno l’intervento di uno psicologo in modo da poter chiarire la personalità del soggetto”. L’adolescente si convince di aver bisogno di uno psicologo ed invia la sua richiesta di aiuto al sito www.consultorio.it del Centro sviluppo psicologia di Roma che offre tra varie figure di ‘esperti’ (tra i quali ginecologo, ostetrica, pediatra, assistente sociale, psicologo e medico) anche quella che fa per lui.

Il dott. Gianni Lanari, psicologo e Presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia, risponde dopo qualche giorno all’ SOS di Luca: “Caro L., a causa dell’eccesso di richieste via e-mail pervenute, è momentaneamente in funzione solamente il servizio informativo via telefono al n. 0622796355. A presto. Gianni:-)”.

Il ragazzino non si fida dei consultori telefonici, “potrebbero riconoscere la mia voce e capire chi sono” pensa, ma non demorde anche perché sa che in Internet, i consultori, o a questo punto i ‘presunti’ consultori, sono a centinaia.

Dopo una breve navigazione su SOS Psiche (www.sospsiche.it) il giovane scova l’inidirizzo della posta elettronica del dottor Paolo Zucconi, neuropsicologo e sessuologo, clinico le cui credenziali (Specialista in Psicoterapia comportamentale e Psicoterapia cognitiva… esercita privatamente come libero professionista … Formatosi post-lauream presso le Università di Padova, Firenze, Milano, Pavia, Bologna e Roma… [e così via per alcune righe] [è membro di varie Società scientifiche internazionali tra cui l’International Society of Hypnosis ed Associate-Fellow dell’Albert Ellis Institute for Rational Emotive Behavior Therapy di New York… è stato intervistato come ospite di vari programmi televisivi tra i quali “Speciale TG1″, “Italia Sera”, “Porta a Porta”, TGR del TG3, “Verissimo” di Canale 5 e T.M.C.]) gli paiono una garanzia di affidabilità.

Dopo alcuni giorni di attesa quello che gli appare come un luminare della materia gli scrive: “Egregio navigante dove ha trovato il mio indirizzo elettronico? Le rispondo comunque. Penso che lei abbia un qualche disturbo da acertare (sic!) tramite visita specialistica non tanto da un sessuologo in quanto non trattasi come potrebbe apparire di disturbo sessuale ma probabilmente da un disturbo d’ansia rientrante nelle psicopatologie. Mi ricontatti se desidera anche per dirmi come ha fatto a recuperare il mio indirizzo. Dr Paolo Zucconi”.

Il quindicenne a cui non pare proprio di avere un ‘disturbo d’ansia’ ma una voglia cristallina e incomprensibile di fare l’amore con un uomo decide che non scriverà più a Zucconi. L’insistenza con cui gli ‘esperti’ lo invitano ad una visita specialistica però lo terrorizza ma sa che gli mancherebbe il coraggio di parlare del suo ‘problema’ con i genitori.
L’unica soluzione è quella di continuare a cercare nella rete delle reti qualche consiglio utile: “dicono tutti i giornali – pensa – che lì si trova una risposta per tutto!”. Navigando si imbatte in un sito del Coordinamento regionale Spazi Giovani dell’Emilia Romagna (www.stradanove.net/news/testi/index/sesso.html) dedicato interamente ai giovani e con una rubrica dal nome accattivante “Sesso e volentieri” a cui invia la sua richiesta di aiuto.

Ad un mese dall’invio della sua lettera nessuna risposta è pervenuta a Luca che comunque sullo stesso sito ha rinvenuto alcune missive che potrebbero aiutarlo a risolvere il suo dilemma. Ad esempio [un quindicenne dice: mi “masturbo una volta al giorno nei miei pensiero erotici a volte mi capita di pensare di masturbarmi con un mio coetaneo. Volevo domandare se questo vuole significare essere gay ma io amo le ragazze e le desidero”. La dottoressa Candolo, Psicologa dello Spazio Giovani Ausl di Bologna, risponde ‘simpaticamente’ al quindicenne: “Le fantasie possono essere di ogni tipo: puoi anche sognare Sharon Stone a letto con te. Non è detto che questo sogno possa, ahimè, diventare realtà! Essere gay è una scelta, un’opzione come un’altra non certo un sogno. Se ti abbandoni ai sogni non è una scelta, quindi puoi sognare tranquillamente quello che ti pare sapendo che la realtà, le scelte e i desideri sono di pasta differente dai sogni”.

A Luca, che chiaramente rileva l’ermetismo della risposta, rimane il dubbio che in realtà sia meglio un suo coetaneo di Sharon Stone e che certi sogni non si possano scegliere e, ancora, che se mai sarà gay non lo sarà per scelta ma perché “gli viene naturale così”.

Proseguendo nella lettura il giovane scova anche una risposta alla lettera di un ventenne decisamente attratto dagli uomini ma fidanzato con una ragazza (agli occhi del lettore di Babilonia nella lettera del ventenne è raccontata la classica vicenda di uno dei troppi omosessuali che non accettano la propria condizione).

La risposta firmata da ‘Spazio Giovani Modena’ aumenta ulteriormente, se già ce ne era bisogno, la confusione di Luca: “Caro ragazzo di 20 anni è molto probabile che, da ciò che dici, si sia verificato un blocco psicologico relativo all’età infantile che è caratterizzata dalla curiosità nella scoperta dei nostri simili. Questo blocco, comunque non ha impedito che altre parti di te si sviluppassero normalmente. L’omosessualità si presenta invece come una scelta variante dell’oggetto sessuale (almeno secondo le teorie più recenti), per cui ci sentiamo di escludere questa eventualità, almeno da come presenti i fatti. Una soluzione possibile per chiarire meglio la questione può essere quella di rivolgersi con fiducia presso uno specialista (psicologo) con cui trattare approfonditamente questo tema ricercando le possibili soluzioni al tuo malessere”.

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Ancora una volta l’omosessualità è una scelta e la soluzione è chiedere delucidazioni ad uno psicologo. A Luca pare a questo punto di essere finito in una catena di Sant’Antonio. Gli esperti del sito, tra cui ci sono degli psicologi, rimandano ad altri psicologi e gli psicologi non gli hanno ancora dato una risposta definitiva. “Che diavolo sarà mai l’omosessualità?” continua a chiedersi.

Un po’ stanco e sempre più confuso decide di fare gli ultimi due tentativi.
Invia la sua richiesta di aiuto ad un forum (http://www.informagiovani.it/sessualita/forum/default.htm) per giovani sulla sessualità. In questo spazio i lettori possono intervenire e dispensare consigli a chi chiede aiuto. A breve la sua lettera viene pubblicata accanto ad altre curiose richieste come: Ho paura del sesso anale che fare?, ho ventotto anni sono vergine non sarò per caso gay?, mi piacciono i pubi glabri è un male?, ci masturbiamo in tre facendoci pompini siamo gay?”.

A breve un lettore, che si firma ‘Orko’ scrive a Luca: “ciao.. da quello che hai scritto c’e’ poco da essere in dubbio!!! sei gay!!! e guarda che non e’ una malattia o una disgrazia, assolutamente… e’ un modo di essere!! ke male c’e’ se ti piacciono le persone del tuo stesso sesso?? sempre persone sono e sempre una persona sarai tu!!!!!… ma e’ proprio per questa societa’ di merda che si ostina a giudicare le ‘diversità’ (e poi chi lo dice che i diversi non siano gli eterosessuali.. mahh) che l’ unico consiglio che ti posso dare e': tieniti tutto dentro per il momento.. sei ancora giovane ed hai ancora molto tempo per capire come sei fatto e come sono fatti gli altri!!…prova qualche esperienza (con qualcuno totalmente estraneo al tuo ambiente!!) cosi’ potrai sicuramente capire meglio come sei, ma mi raccomando, nel tuo paese non ti confidare e non fare cazzate!!… sulla questione che vorresti morire c’ho una sola cosa da dirti: prrrrrrrrr per il resto niente paura!! ti abituerai a tutto: alla gente di merda, alla gente che ti aiuta, al sesso, all’amore e alle lotte in famiglia e sul lavoro, ma e’ ancora presto per te!!”.

Questa risposta rincuora Luca anche se non è di uno psicologo. Poi, anche una ragazza che si firma “Kikka” scrive al forum: “Sono d’accordo con Orko… anziché disperarti perché non vuoi essere gay cerca di vivere come meglio puoi cercando di chiarire i tuoi sentimenti. Purtroppo è vero, c’è ancora tanto pregiudizio in giro; ma non devi avere paura, ci sono anche persone che ti staranno vicino e ti comprenderanno. La tua non è una malattia o una devianza, devi solo imparare ad accettarti… all’inizio sarà difficile ma col tempo sono sicura che le cose andranno a posto… Continua a farti sentire! Un bacio”. Ma non è finita qui.

Dopo qualche tempo appare una lettera di Molly che ha un tenore ‘leggermente’ differente: “Ciao, sinceramente non mi sento di diagnosticare se tu sia omosessuale o no. Sai che in alcuni periodi della nostra vita proviamo attrazione per le persone del nostro stesso sesso? E’ successo anche a me, è stato un periodo, provavo attrazione fisica per una ragazzina. Poi è passata, è stata una fase della crescita sessuale,non è durata un giorno, fai attenzione, parlo di un periodo più lungo. Quindi, non ti allarmare, vivi da spettatore la tua vita, stai a vedere cosa succederà e soprattutto non auto-condizionarti!! (“ad essere gay o etero?”, pensa Luca) Per ora non sei gay, provi semplicemente attrazione per i ragazzi. Questo è un fatto reale che vivi ora. Vedrai che fra qualche tempo avrai le idee più chiare se starai tranquillo e lascerai maturare te stesso senza pregiudizi. Vai tranquillo , la vita è bella e crescere è difficile, lo so, ci siamo passati tutti e sarà così anche per te! Un abbraccio”.

Anche Back69 interviene “Sono d’accordo con Molly, non si può essere così categorici nello stabilire in base a questi sintomi una tua tendenza omosessuale… nell’adolescenza può succedere di sentirsi attratti da soggetti del proprio sesso e così può succedere che il pene sia identificato come unico “oggetto” del (proprio) piacere sessuale, ma se non ti darai troppo in testa e proverai a frequentare delle ragazze credo che scoprirai che il contatto con il corpo femminile ti può causare altrettante emozioni e sensazioni…[ e comunque ricorda che capire di essere davvero omosessuale sarà un percorso che adesso magari ti appare doloroso ed inaccettabile, ma sarà anche una presa di coscienza che non potrai allontanare per sempre se questa è la tua reale natura: dovrai solo accettarla serenamente nel percorso della tua maturazione come Individuo!!] ma sei ancora piccolo, non offenderti, molte cose possono ancora evolvere, quindi non preoccuparti troppo!!!! CIAO e fatti sentire!”.

Luca fa un breve calcolo “due favorevoli alla mia omosessualità e due contrari…pari e patta, nulla di fatto” e ricomincia a navigare.

A questo punto non gli resta che prendere il coraggio a due mani, e chiedere direttamente ai gay qualcosa sul suo conto. Il sito Gay.it (www.gay.it) ha una sezione di esperti On-Line (LEO) dove il giovane rinviene la lettera di un suo coetaneo diciassettenne che dice “Quando mi masturbo preferisco pensare ai maschi, ma posso dire fermamente che non mi sono mai innamorato di un uomo. Mi spiego meglio: il corpo degli uomini mi piace più che quello delle donne, ma provo verso l’uomo solo sentimento sessuale erotico e non di affetto amoroso (di amore puro per intenderci…) [Per le donne provo un sentimento sia di affetto amoroso puro, sia erotico prettamente sessuale, anche se quest’ultimo con minore intensità rispetto a quello per l’uomo. Inoltre dopo essermi masturbato la passione per l’uomo scompare per poi ricomparire quando ho voglia di masturbarmi.] Sono gay? etero? bsx? per favore chiarite la mia situazione grazie. PS: per amore puro intendo quell’amore che va al di la della passione sessale. Intendo quell’amore fatto di affetto e voglia di protezione ecc… Majinbu”.

Nella risposta, affidata alla Psicologa-psicoterapeuta Mirella Sandonnini, che discute a lungo del significato dell’identità si legge anche: “Alla tua età poi, che è per antonomasia un’epoca di sperimentazione, è da giudicare normale l’essere attraversato da desideri di diversa natura, che solo in apparenza possono sembrare contraddittori. Credo che ti possa essere utile quindi, tenere a freno una certa “ansia di definizione”, nella consapevolezza che tu, proprio in quanto adolescente, sei appena agli inizi della tua storia sentimentale e sessuale.  Benché si sia attualmente concordi nel pensare che l’orientamento sessuale può essere determinato, in parte, ma solo in parte, da fattori di tipo genetico, dobbiamo comunque tenere presente che ogni essere umano, nelle sue caratteristiche, è il prodotto di una complessa e irripetibile stratificazione di pensieri, credenze, esperienze che, nel tempo, fanno di noi quello che siamo.] Non esistono criteri validi per tutti. Io non sono affatto in grado, sulla base di quello che mi scrivi, di scegliere per te un’etichetta. Soltanto tu, nel futuro, potrai dare una riposta valida al quesito che mi poni”.

Luca, che è prespicace, finalmente capisce che nessuno può dare una risposta precisa al suo quesito. Gli sembra strano però che non esista una risposta precisa sull’omosessualità e gli suona stonato quell’invito reiterato a temporeggiare. Nessuno, tranne ‘Orko’, lo invita a sperimentare le sue sensazioni e nessuno gli consiglia di provare a vivere i suoi dubbi innanzi tutto. Preferiscono tutti gettare acqua sul fuoco mentre i suoi coetanei amici eterosessuali sanno bene chi e com’è un omosessuale quando lo vogliono aggredire e non chiamano l’eccitazione per una donna sperimentazione bensì voglia.

Paolo Rigliano, neuropsichiatria che ha recentemente pubblicato un saggio per Feltreinelli dal titolo Amori senza scandalo Cosa vuol dire essere lesbica e gay, in una intervista per L’Espresso on-line di Daniele Scalise metteva in guardia dall’affidarsi agli psicoterapeuti: “Direi invece che [i gay] non possono affidarsi affatto [degli psicoterapeuti]…Ci sono casi ancora assai frequenti di psicoterapeuti che in forme indirette comunicano che “lei non è veramente gay… ha solo paura di affrontare l’impegno con il diverso… l’impegno con una donna reale… con la maturità….” o che si può guarire, o che l’omosessualità è solo una copertura per… fuggire da se stessi, per nascondersi bisogni impossibili e così via. Ma la di là di questi casi, sussiste ancora non detta una teoria assai diffusa, anche in America, in cui gli psichiatri e gli psicoterapeuti pensano che solo l’eterosessualità sia normale, che l’omosessualità sia una deviazione ‘costituzionale’ o causata biologicamente; che i gay siano per natura e per psicologia difformi, più fragili, nevrotici, conflittuali e immaturi, narcisisti e egocentrici. E’ bene tener presente che ogni lesbica e gay che va in psicoterapia deve prima di ogni altra cosa chiarire bene questi aspetti, spesso ben occultati. Solo dopo può stabilire un contratto psicoterpeutico realmente emancipativo e rispettoso”.

Se non ci si può fidare di un rapporto psicoterapeutico come fidarsi di un breve consulto on-line?.

E comunque possibile che il quindicenne in questione sia stato sfortunato nella navigazione e si sia imbattuto nei siti sbagliati. Forse.

Lasciamo Luca ora, confuso, atterrito e sconsolato di fronte al computer, a chiedersi come mai in tanti fingono di dispensare consigli on line, come mai l’omosessualità abbisogni di uno psicologo e come mai ‘qualcuno’ spaccia Internet come il paradiso dell’informazione.

Luca, come detto, è frutto della nostra fantasia e non esiste, ma quanti Luca reali stanno cercando il conforto di una risposta on-line che nessuno sa offrire? (pubblicato in “Babilonia”, ottobre 2001, pp. 26-29).

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