Non vi piace lo sport? E gli sportivi? Peccato. Avrei voluto consigliarvi un calendario ‘interessate’…
46 sportivi, tra rugbisti, calciatori e atleti di diverse discipline, hanno posato senza veli per il fotografo francese, François Rousseau, e il risulatato è pubblicato nel calendario “Dieux du Stade 2004″ . Ancora sicuri che non vi interessi?
Il calendario è andato letteralmente a ruba anche perchè le coordinate degli sportivi sono davvero notevoli: Augusto Benoit, rugbista francese riccio, moro 1,83 per 110 Kg; Jérémie Bazzais, francese, castano, classe 1983, 1,90 per 90 kg; Mirco Bergamasco, rugbista italiano, biondo occhi verdi 1,90 per 87 kg; Devo andare avanti?
Ce n’è davvero per tutti i gusti in trenta foto, in bianco e nero, che sfoggiano un erotismo genuino e reale; lontano da quello dei modelli patinati a cui siamo avvezzi.
E’ un’apologia alla virilità ingenua di campioni modellati dallo sforzo fisico, e non gonfiati dalle palestre, con corpi pari a quelle delle statue greche… se non meglio: non sono modelli ideali sono in carne e ossa. Solo uomini ad uso e consumo delle donne?
L’editore dichiara al sito Amzon: “piacerà tanto alle donne e agli uomini… Sì, c’è chi ama entrambi i sessi…”. La dichiarazione nasconde un particolare: gli scatti non sono soltanto erotici. Il loro omoerotismo è addirittura spiccato.
Come si spiegano altrimenti tre sportivi messi in posa in una vasca da bagno ricolma di schiuma? Oppure due atleti nudi teneramente abbracciati? O ancora, altri due maschi, stretti spalla a spalla, su di un muretto? Vedere per credere.
Il prodotto ha tutti i numeri in regola per interessare il consumatore gay e, in più, parte del ricavato per il calendario andrà, in beneficienza, all’associazione “Les Amis de Tom”. Ma c’è un problema.
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Il calendario, giunto alla quarta edizione, è ormai introvabile. Le centomila copie sembrano totalmente scomparse dal mercato. Ma non disperate… L’editore ha avuto la brillante idea di produrre un DVD, Making of du Calendrier 2004 Dieux Du Stade, nel quale è filmato ogni istante dei servizi fotografici a cui gli sportivi sono stati sottoposti. Nel video quegli uomini acquisiscono, al di là del loro fascino ‘divino’ immortalato nel calendario, un volto umano e li troviamo intenti a spogliarsi, posare, chiacchierare, ridere e giocare fra di loro dimentichi della telecamera.
Il corpo che nel calendario era, in parte, celato, si mostra finalmente in tutta la sua perfezione.
Siamo al trionfo della virilità. Quasi due ore, che non vorremmo finissero mai, con una telecamera che in presa diretta si insinua tra pettorali, bicipiti, cosce, glutei e, perchè no, sul loro sesso. Il regista accarezza quei corpi in un’esplorazione che nulla nasconde.
Il maschio si mostra per quel che è: sicurezza e imbarazzo, dolcezza e forza, spensieratezza e virilità e tanta voglia di giocare.
E poi valli a capire questi sportivi che dopo averci regalato la loro spumeggiante maschilità, è il caso di un moro statuario con il viso da ragazzino, ringraziano il fotografo: “Questa esperienza mi ha insegnato molto”! Mon ‘dieux’!
La colonna sonora infine, strizza l’occhio, nemmeno velatamente, al pubblico omosessuale.
Se può sembrare scontato che un rugbista tutto muscoli abbia come sottofondo Macho Men dei Village People; lo è un po’ meno l’accompagnamento al servizio del più giovane degli sportivi, un diciottenne, che è Il venait d’avoir 18 ans dell’intramontabile Dalida, cantante francese molto amata dai gay. La canzone dice: “diciotto anni ed era lì/ col volto ancora da bambino, eppure uomo./ Come l’estate mi incendiò…” Il ragazzetto, che non si spoglia totalmente, ha un sorriso incendiario. Sarà forse un caso?
No, perchè poi, mentre tre maschi immobili si lasciano catturare dall’obbiettivo come sottofondo godiamo l’inno gay di Gloria Gaynor: I will survive. Noi sopravviveremo a questi Dei?
Dieux du Stade 2004 è già leggenda. Esistono magliette che riportano il logo, desktop con alcune foto riprese dal calendario, siti di fans, ristroranti gay che lo proiettano ininterrottamente e così via…
Qualcuno ogni tanto insinua: “Ma dove sono finiti i maschi oggi?”. Ora possiamo rispondere: “Eccoli qui. Finalmente!”. (pubblicato in gay.it, sabato 17 gennaio 2004).