I primi annunci gay apparsi sui giornali: era il 1900. Così i nostri nonni, tra un battuage e una sera a teatro, si incontravano. Per sesso o per amore. E da allora non si è più smesso di scriverli.
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“Cerco giovane uomo non maritato che parli il francese per servirmi come modello/dipendente. Soprattutto deve possedere un abito di velluto (preferibilmente nero). Inutile rispondere per chi non possiede un abito di velluto e senza conoscere il francese. Scrivere al Signor Franco, fermo posta Amsterdam…”. Se la data di pubblicazione di questo annuncio è 1902 ci potremmo trovare di fronte ad uno tra i primi annunci gay della storia?
A confermarlo un medico, tale dott. Näke, che ne ha parlato in un articolo su una rivista tedesca intitolata “Archivio di Antropologia Criminale e Criminalità” in questi termini: “Si tratta qui, senza dubbio, d’un pederasta; il quale probabilmente non è per nulla un pittore, malgrado che, nell’annunzio, voglia darsi per tale. Si può anche affermare con quasi certezza, che quest’individuo non è affatto un omosessuale genuino, congenito, ma semplicemente un vecchio libertino; ed è chiaro che quell’inversione è associata al feticismo”. Se lo dice lui…
Quel medico cercava di comprendere l’oscuro universo omosessuale attraverso l’interpretazione degli annunci sui giornali (i giornali gay non esistevano ancora) e ci ha lasciato un contributo storico preziosissimo. Oggi sappiamo che insieme ai battuage nei parchi e nei teatri e all’incontro nelle case private i nostri nonni gay per conoscersi usavano gli stessi mezzi che usiamo noi e cioè anche gli annunci.
Basterebbe sfogliare qualche rivista di primo novecento per scovare messaggi decisamente sospetti come questi, di cui dava notizia un altro dottore attento che studiava l’omosessualità nel 1900 Albert Moll: “Giovane signora cerca un’amica. Indirizzare a Erna” oppure il ridicolo “Signore intelligente cerca amico intelligente, di pari sentimenti” e ancora “Giovane di idee moderne, elegante, distinto, molto istruito, di bell’aspetto e di belle maniere, cerca, per viaggio a Parigi, un compagno di gran distinzione”. Più chiaro di così…
Se il lettore dal palato particolarmente fine potrebbe obbiettare che non esiste nessuna evidenza che siano messaggi gay, allora vi propongo contributi di primo novecento indubitabili: “Giovane di aspetto piacevole, con molte conoscenze linguistiche, cerca posto, senza compenso, come compagno di viaggio. Scrivere ad Uranus, ferma in posta”. Lo pseudonimo Uranus è chiaramente tratto da uranista che era il nome che un medico aveva riservato agli omosessuali. E’ come se oggi firmassimo un nostro annuncio “Scrivere a Homo” o “Scrivere a Gayo” o qualcosa del genere.
Il “signore intelligente” di prima, e questo “giovane di aspetto piacevole” si saranno mai incontrati?
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A noi piacerebbe che fosse andata così, ma i due avrebbero potuto invece non incontrarsi e decidere di rispondere, ad esempio a un “Naturalista decadente, ipermoderno” che desiderava “mettersi in relazione con signore intelligente, distinto. Scrivere ad Antinoo” o a tantissimi altri.
Per chi leggeva quegli annunci, che dal tono paiono ad uso e consumo delle classi ricche era chiaro il messaggio.
Non tutti però cercavano relazioni durature e intellettuali. Anche i nostri nonni amavano il sesso e scrivevano annunci spinti, almeno per l’epoca! Ecco un assaggio: “Signore abbastanza giovane, molto energico, cerca un amico devoto”, “Giovane che ubbidisce ciecamente e che si sottomette anche a pene corporali, cerca posto come servo di un gran signore” e una lesbica “Massaggiatrice energica, severa, esperta in tutto offre i suoi servigi a distinte dame”.
Nel corso del ‘900 questi scritti continuarono a comparire sulle riviste. Purtroppo la situazione italiana non è molto indagata da questo punto di vista ma negli anni cinquanta sui giornali femminili, anche di cucito, era possibile scovare l’anima gemella per donne di “di bella presenza” che dicevano di cercare innanzitutto “compagnia ed amicizia”. Sicuramente con uno studio approfondito scoveremmo moltissimi nonni gay alla ricerca di partners. Oggi possiamo immaginarceli soltanto mentre leggono gli annunci, cercano di interpretare quelli più ambigui e scrivono al fermo posta.
Con l’apparizione delle riviste gay e delle riviste pornografiche l’annuncio gay trovò ampio spazio e non ebbe più bisogno di ambiguità e giri di parole per esprimersi.
Oggi con internet l’annuncio ha trovato la sua consacrazione anche perché il fermo posta è sostituito dall’anonimato che può garantire un indirizzo E-Mail. In più rispetto ai nostri nonni che si incontravano alla cieca perché la fotografia era costosissima attualmente possiamo andare a colpo sicuro scambiandoci preventivamente anche le nostre foto e incontrandoci con la webcam.
Dietro l’angolo c’è sicuramente, come per loro, un “modello in velluto nero” o “un signore intelligente e distinto” o “un amico devoto”. Un principe azzurro per tutti i gusti quindi, basta cercarlo. (Pubblicato originariamente da “Gay.it, 14 novembre 2001)
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