L’ennesima scomparsa della bandiera arcobaleno posta sulla porta fece arrabbiare Kurt Conklin di Philadelphia. A breve tutti i suoi vicini seppero dell’atto di vandalismo e trenta di essi affissero altrettante bandiere “gaye” sulla porta della loro abitazione che sparirono però di li a poco.
Sospettati dell’atto alcuni studenti, spesso ubriachi, ospiti della “Drexel University”.
Conklin e altri residenti del quartiere lavorarono a lungo per creare un clima di amicizia e tolleranza reciproco.
Il preside dell’università Constantine Papadakis si mosse e prese in un discorso decisa posizione contro l’intolleranza nei confronti della diversità.
Secondo Conklin la bandiera gay è sinonimo d’appartenenza politica, ma dimostrazione della sua particolare esperienza di omosessuale unita ad un forte potere simbolico. “Per gli omosessuali, a cui piace indossare magliette rosse di fronte al toro e per le altre persone della sinistra la bandiera è di forte ispirazione” egli dice. Inoltre “Significa che la diversità è un’ottima e desiderabile qualità per i vostri vicini”.
Da marzo, la bandiera arcobaleno di Conklin fa bella mostra di sé sulla porta del suo appartamento e nessuno osa toccarla. (Pubblicato in “Pride”, maggio 2000)
Una bandiera come messaggio
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