Gay pride 2003: è ancora orgoglio

Quest’anno ben quattro sfileranno in diverse parti d’Italia. Ecco le date e i programmi delle manifestazioni.


BARI – Si respira un’atmosfera di forte attesa nel capoluogo pugliese che ospiterà quest’anno il gay Pride Nazionale. A detta di molti Bari Pride, ancor prima di scendere in piazza, ha già vinto tanti sono i successi politici ottenuti dall’organizzazione.
In effetti la manifestazione è patrocinata da Presidenza della Regione Puglia, Provincia di Bari, Provincia di Foggia, Comune di Bari, Comune di Cosenza, Comune di Giovanazzo e Comune di Malignano. Queste istituzioni sono rette da maggioranze di centrodestra che, almeno al Sud, hanno aperto il dialogo con gli omosessuali. Appoggiano la manifestazione anche gli interlocutori tradizionali di sinistra con i patrocini della Provincia di Bari, Foggia, Lecce, del Comune di Barletta, Comune di Gioia del Colle, Comune di Fasano e molti altri comuni del barese.
Nessuna manifestazione gay in Italia ha mai raggiunto tanti consensi e la strada, battuta per primi dagli organizzatori del Bari Pride, è segnata. Basta interlocutori di un solo colore politico la battaglia per i diritti degli omosessuali può trovare appoggio anche in esponenti illuminati della destra. Curioso poi che Bari grazie a queste aperture sul fronte della diversità si collochi nella geografia politica più in Europa di Milano, che ospiterà un altro Pride, privo, ad oggi, del patrocinio della democratica maggioranza di centrodestra. Si ravvedranno prima della manifestazione?
Bari Pride non si è fermato qui e il comitato promotore dell’iniziativa, Arcigay “Forti”, con una marcatura stretta alla giunta comunale ha ottenuto il riconoscimento del registro delle coppie di fatto sia per coppie eterosessuali che omosessuali. Il Comune, data l’assenza di una legge nazionale che regoli la materia, ha promesso anche una proposta di integrazione del riconoscimento delle unioni di fatto con diritti reali e un eventuale registro nello statuto comunale per consentire la formulazione dell’elenco anagrafico.
Infine hanno avuto un riscontro inaspettato le innumerevoli iniziative, dibattiti, incontri, conferenze, organizzate da Arcigay Forti a corredo dell’iniziativa tese ad aprire un dibattito franco con la cittadinanza barese sulle problematiche relative alla condizione omosessuale. Le parole di Michele Bellomo, portavoce di BariPride, che dichiarava a Babilonia il mese scorso, che tutta Bari ha parlato di omosessualità hanno trovato conferma in un’inchiesta della Gazzatta del Mezzogiorno del 7 maggio scorso. Luna Pastore, la redattrice del pezzo, ha chiesto ad alcuni giovani baresi cosa pensano del gay Pride ottenendo risposte di questo tenore: “I diritti che il gay pride esprime devono essere condivisibili da tutti, perché è desiderio di ognuno dar senso e felicità alla propria vita”, “una Nazione solidale dovrebbe riconoscere all’amore omosessuale piena dignità garantendo loro gli stessi diritti di una coppia etero con leggi specifiche” e ancora “E’ nei diritti dell’uomo l’esprimere la propria identità e insostituibile “diversità”. Gli intervistati, presumibilmente, non erano gay!
A questo punto verrebbe da chiedersi se scendere in piazza sarà allora una semplice formalità?
Non lo è perché il numero dei partecipanti conterà eccome visto che la manifestazione avrà gli obbiettivi della stampa puntati. Non lo è perché la vittoria di BariPride è stata ottenuto tra mille difficoltà e a Bari c’è ancora chi ha dichiarato a Luna Pastore: “Ritengo che il gay Pride vada contro le tradizioni e i valori morali di tutti”. Al di la poi delle aperture della destra progressista, infine, organizzare la manifestazione ha palesato la maggior aggressività di neonazisti, neofascisti e integralisti religiosi che, anche con manifestazioni illegali, sono arrivati a minacciare di morte Michele Bellomo, promotore e portavoce dell’iniziativa, che ora vive sotto scorta. Questi gruppi si sono confermati i veri nemici di un’omosessualità che chiede soltanto di essere vissuta normalmente. Una folla Arcobaleno potrebbe in parte redimerli.
L’appuntamento è allora per il 7 giugno alle 15.30 in Piazza Castello. Alle 16.30 partirà la manifestazione che si concluderà con i discorsi di rito alle 19 in Piazza Prefettura. Alle 21 poi si apriranno i cancelli dello Stadio della Vittoria, non è un eufemismo, per un enorme Rainbow Party al ritmo di musica disco. La settimana precedente alla manifestazione sarà ricca di appuntamenti tra i quali segnaliamo un convegno, a partire dal 3 giugno intitolato Diritti senza frontiere durante il quale si parlerà di omosessualità e mondo del lavoro, di discriminazioni nel mondo, legislazione e diritti di persone omosessuali e transessuali (per il programma completo vedi il box). Bari ha già vinto? Bari non merita solo una vittoria merita un trionfo.

MILANO – “Patti non parole!” è l’efficace slogan del GLT Pride di Milano di quest’anno. Il Coordinamento Arcobaleno, ente organizzatore dell’iniziativa composto da diversi gruppi di militanti, in linea con la battaglia Arcigay Un Pacs avanti, vuole, come dice un breve comunicato stampa “portare all’attenzione dell’opinione pubblica e del legislatore il vuoto normativo che tutt’ora vi è in Italia in merito alle coppie di fatto, in particolare per le coppie GLT, senza però dimenticare il tema più generale del riconoscimento dei diritti negati alla popolazione GLT. Un vuoto che molti altri paesi dell’Unione Europea hanno da tempo in larga parte colmato”.
Il manifesto politico non si lega come ci conferma Paolo Ferigo, presidente di Arcigay Milano e tra gli organizzatori della manifestazione, “ad un’iniziativa politica precisa ma ribadiamo con decisione la richiesta di riconoscimento delle unioni civili. Chiediamo anche i diritti negati ai gay come una legge anti-discriminazione. Vogliamo, semplicemente, il riconoscimento dell’omosessuale in quanto tale”.
Per quanto concerne i patrocini per ora non sono ancora stati ottenuti anche se “Siamo agli inizi di maggio – continua Ferigo – e non abbiamo conferma di nessun patrocinio ma qualche contatto telefonico con uffici comunali e Provincia c’è stato. Non sembra che il Comune di Milano voglia offrire il suo, ma non è detta l’ultima parola, anche perché stiamo sfruttando quanto successo a Bari per fare pressione sull’amministrazione.”
L’appuntamento sarà allora per il 21 giugno alle ore 15 a Porta Venezia. Il corteo partirà alle 16 e arriverà in Piazza Castello. Già dal 13 giugno è prevista la festa di apertura della manifestazione. Per il nutrito programma delle iniziative rimandiamo al sito ufficiale della manifestazione http://www.arcigaymilano.org/pride/prideMi2003.asp.
Il Gay Pride si ripete a Milano da tre anni a la parata è ormai entrata, a pieno titolo, nell’agenda degli omosessuali del Nord Italia. E pensare che solo nel 2000 il problema dei gay italiani era se scendere in piazza o meno…
Oggi, coscienti che in piazza ci saranno, i gay milanesi discutono anche delle modalità e dell’efficacia della manifestazione. Degna di nota una lettera inviata pubblicamente, in Internet sulla mailing list Queer.it, da un quarantatreenne che lamenta una pecca nell’organizzazione.
“Gravissima mancanza nell’organizzazione di Arcobaleno è il percorso! Dal primo Pride milanese del 2001, il corteo che parte da Porta Venezia giunto in Piazza S. Babila invece di continuare come tutti i cortei (che si tengono a Milano, ndr) per Corso Vittorio Emanuele e sbucare direttamente in Piazza Duomo e da lì per via Orefici raggiungere Piazza Castello… sapete cosa fa? Gira per Corso Matteotti, imbucandosi in ‘viette’ fino a Piazza della Scala, per poi sfiorare Piazza Duomo solo di striscio e imboccare Via Orefici e via di seguito”. Senza una cartina vi siete persi?
In poche parole dal 2001, anno del Pride Nazionale di Milano il corteo un percorso diverso da quello di molte manifestazioni che si tengono nella città. Nei pressi di Piazza Duomo devia per Piazza San Babila per poi lambire soltanto la piazza ove sorge la cattedrale gotica e su cui simbolicamente si erge il potere cattolico. Chiedere di passare come molti vorrebbero per Piazza Duomo sarebbe un successo per la Milano Gay.
“Il passaggio da Piazza Duomo – ci conferma Ferigo – è negato a tutte le manifestazioni non istituzionali e cioè quelle che non hanno il patrocinio comunale. Noi lo rinfacciamo tutti gli anni ma vice sindaco Decorato ma è irremovibile. Dall’altra parte il percorso della manifestazione non è un ripiego. Fosse stato per l’amministrazione non avremmo nemmeno lambito Piazza Duomo!”.
Gli organizzatori sono comunque ottimisti, non è ancora detta l’ultima parola sul percorso, e quest’anno i Pride sono ben distribuiti sul territorio nazionale per cui Milano potrebbe essere molto appetibile per i gay che vivono nel Nord Italia. Staremo a vedere.

ROMA – Anche la manifestazione romana è ben rodata ed è ormai giunta alla quarta edizione. Come i milanesi anche nella capitale ci si sta domandando qual è l’efficacia della manifestazione. Sul sito del Mario Mieli, tra gli organizzatori dell’evento, è apparso un sondaggio sull’importanza del Gay Pride per la comunità GBLT (alla pagina http://www.mariomieli.org/poll/index.php). I risultati sono confortanti: per un 48% di gay entusiasti il Pride è la manifestazione più importante che si tiene in Italia anche se dovrebbero esserne organizzati altri. Più o meno il trenta percento trova che la giornata dell’orgoglio gay sia assolutamente fondamentale per la visibilità. Solo il 9% degli intervenuti dichiara che la manifestazione è superata.
I gay romani scenderanno in piazza nel pomeriggio del 5 luglio per la, come dice un comunicato stampa degli organizzatori, “rivendicazione dei diritti; visibilità di ogni forma di diversità (gay, lesbica, bisessuale, transessuale e transgender) nella città e in tutta la nazione, senso di appartenenza per la comunità glbt, confronto con la società (laddove la liberazione di uno rappresenta la liberazione di tutti)”. Anche la richiesta di “pace” e “il riconoscimento del Pride come conquista politica non mediabile con le istituzioni” saranno tra i cavalli di battaglia del Pride romano.
Lo slogan della manifestazione “Il privilegio di esserci” è un invito ad una partecipazione “il più ampia possibile, non solo relativa alle realtà glbt ma nel senso di una vera partecipazione di massa” anche per rendere realtà il ‘sogno’ degli organizzatori e cioè “non creare aree protette, ghetti, riserve, dove il pubblico gay possa scorrazzare con tranquillità, ma è rendere quotidiani gesti per alcuni insoliti, abituare la gente a un abbraccio tra due uomini o un bacio tra due donne, affinché possano essere vissuti e condivisi da tutti con la massima serenità e naturalezza”.
Per questo è stata organizzata una Pride Week, dal 29 giugno al 5 luglio, con una Pride Area come punto di riferimento che ospiterà stalls espositivi, un punto informativo, una zona conferenze, un’area aperitivo, un book shop, un internet point e un’area concerti. Non vi basta?
La settimana sarà animata da una rassegna di teatro, con una selezione degli spettacoli più belli, una rassegna cinema, e serate a tema organizzate dalle più importanti realtà gay romane.
CATANIA – Nato nel 2000 il Catania Pride ha fatto passi da gigante e da quattro anni resiste, e cresce per numero di partecipanti, nella lontana Sicilia. È il Pride della ribellione al silenzio e all’omofobia che si vive ancora sull’isola. Francesco Tosto, presidente del centro di iniziativa gay Open Mind che organizza l’evento, ci spiega le ragioni della manifestazione.
“La Sicilia è un’isola che vive un totale isolamento dalle vicende nazionali GBLT. Il problema più impellente da affrontare è l’invisibilità dei gay. Da qui l’idea di un Pride, che si regge unicamente sulle forze locali e non commerciale, che ci piacerebbe fosse proposto anche in altre città siciliane.
A Catania, grazie al cielo, qualche risultato lo stiamo ottenendo grazie ala solidarietà di collettivi antagonisti e di gruppi universitari che ci permettono di scendere in piazza. Senza questa solidarietà le tremila persone che hanno animato, ad esempio, la manifestazione dell’anno scorso non sarebbero una realtà e continuerebbe il silenzio della Sicilia sull’omosessualità”.
A differenza delle altre manifestazioni, che pongono in primo piano, le richieste degli omosessuali la manifestazione di Catania si connota per una forte politicizzazione a sinistra che unisce le istanze gay alle politiche pacifiste. “Tocchiamo le grandi questioni gay – continua Tosto –come la richiesta di istituzionalizzare le coppie di fatto e la legge antidiscriminazione ma la realtà gay non è avulsa dal resto e da un sistema che produce mostri. L’idea di guerra permamente ci terrorizza e per quest’anno abbiamo pensato a due momenti culturali prima della parata. Il primo, un Pride delle donne, con una conferenza sulle tecniche di sopravvivenza delle donne ne mondo degli uomini. È un argomento in discussione al Social Forum di Firenze che vogliamo approfondire. Il secondo momento lo dedicheremo ad un’educatrice donna Mary Parker Follet che a messo in discussione le tecniche della catena di montaggio proponendo alternative al capitalismo. Nei suoi testi ha discusso a lungo del ruolo dell’individuo in ambito lavorativo. Dai ruoli economici, che ci stanno stretti, vogliamo partire per mettere in la nostra discussione l’identità.”
L’appuntamento con l’orgoglio gay sarà per il pomeriggio del 28 giugno alle 17.30 in Piazza Bellini. Gli organizzatori chiederanno che il corteo passi da Piazza Duomo location sempre negata ai Pride del passato dalle autorità di polizia catanesi per pretestuose ragioni di ordine pubblico.
I Gay Pride sul Web
BariPride2003

http://www.baripride.it

Gay Pride Milano 2003

http://www.arcigaymilano.org/pride/prideMi2003.asp

Your ads will be inserted here by

Easy AdSense.

Please go to the plugin admin page to
Paste your ad code OR
Suppress this ad slot.

Gay Pride Roma 2003

http://www.mariomieli.org/

Gay Pride Catania 2003 (sito dell’ente promotore)

http://digilander.libero.it/qualcosasullavita/open.htm

Gay Pride nel mondo

http://channels.gay.com/pride/calendar/?fn=prideAF

Pubblicato in “Babilonia”, giugno 2003.

Stefano Bolognini ⋅

Commenta

  • (will not be published)