What if someone I know is gay?

Come posso dire di essere gay, lesbica o bisessuale? Basta svegliarsi una mattina per scoprire di essere gay? Perché qualche omosessuale mantiene segreto il proprio orientamento o finge di essere etero? Cosa ha detto Gesù dell’omosessualità? Mio figlio di 11 anni pensa di essere gay…


Come posso dire di essere gay, lesbica o bisessuale? Basta svegliarsi una mattina per scoprire di essere gay? Perché qualche omosessuale mantiene segreto il proprio orientamento o finge di essere etero? Cosa ha detto Gesù dell’omosessualità? Mio figlio di 11 anni pensa di essere gay. Non è troppo presto? Cosa dovrei dirgli?

Questi sono solo alcuni, tra gli innumerevoli quesiti ai quali il diffuso testo americano What if someone i know is gay? di Eric Marcus offre una risposta, mai scontata, completa e puntuale.

Dall’a, b, c sull’omosessualità, al rapporto con gli amici, i colleghi e la famiglia, fino al matrimonio, al sesso gay, al rapporto con dio e la religione, la guida indaga davvero a 360 gradi la condizione omosessuale e con una semplicità disarmante, ed insieme una buona dose di ironia e che rende il lavoro di gradevole lettura. E l’artificio retorico domanda-risposta è perfetto per un tema su cui è ancora oggi più il pregiudizio a parlare piuttosto che una analisi serena e lontana dagli stereotipi come questa.

Così ad un “Come si diventa gay?” la risposta, quasi un epitaffio, è disarmante: “Risposta semplice. Non puoi diventare gay, esattamente come non puoi diventare etero”. L’autore poi argomenta, riprendendo casi realmente accaduti: “quanto Mae avava 10 anni, già sapeva di essere diversa dalla maggior parte dei propri compagni…”.

Marcus, che ha raccolto le domande e risposte sull’omosessualità più comuni, non teme di affrontare questioni anche complesse e dibattute come matrimonio, adozione, discriminazione e omofobia, dichiara di parlare solo sulla base della sua esperienza e di aver scritto un testo solo introduttivo alle tematiche gay. In effetti ogni esperienza omosessuale è unica e irripetibile.

Così senza mai imporre una modalità più o meno giusta o sbagliata di vivere l’omosessualità il libro convince per la freschezza nell’analisi e il tono mai didattico (forse solo un pizzico paternalistico e a tratti si avverte il moralismo protestante) che rende il lavoro convincente e diretto.

E il testo risulta particolarmente riuscito proprio perché è difficile, dopo averlo letto, avere dubbi sull’omosessualità o domande senza prive di risposta…
Molte risultano le sollecitazioni e le analogie tra What if someone i know is gay? e l’italianissimo Figli diversi di Giovanni e Paolo Dall’Orto, che seppur con un tono più discorsivo e un solo capitolo di domande e risposte alle più importanti obiezioni all’omosessualità, si avvicina alla medesima disarmante facilità di analisi.

Insomma che fare se qualcuno che conosciamo è gay?
Leggere questo libro sarebbe una prima buona cosa. Il testo merita una traduzione italiana.

Stefano Bolognini ⋅

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