Per Franco Grillini i diritti civili per le coppie riguardano “decine di migliaia di conviventi omo o eterosessuali”. Al contrario, per Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia: “i legami omosessuali da noi sono realtà marginali” e, “le convivenze rappresentano una percentuale ancora trascurabile rispetto al totale delle famiglie”. Anche il papa dà i numeri e dichiara che i Pacs sarebbero “impropri riconoscimenti giuridici, dei quali non vi è, in realtà, alcuna effettiva esigenza sociale”. Chi ha ragione?
Nessuno, stando, almeno, alle statistiche italiane che al massimo offrono stime ufficiose sul fenomeno. L’Istat non ha divulgato i dati relativi alle coppie “conviventi” dello stesso sesso del censimento del 2001 perché “incongrui”. Il comune di Ferrara, unico in Italia, ha offerto un dato ufficiale sul numero di coppie conviventi: 1.178 (“Il Resto del Carlino”, 28 settembre 2005). Questo dato, da solo, dice ben poco. Infine, l’ufficio anagrafico del comune di Cesena, auspicando un’indagine completa a livello nazionale, scorporava di dati del censimento del 2001 attestando nei piccoli comuni del cesentate una percentuale dallo 0.87 al 5,5% di coppie di fatto sul totale delle famiglie: “le coppie di fatto in città sono in buona parte formate da anziani, vedovi e non, che convivono senza volersi unire in matrimonio. Il dibattito ideologico si incentra sugli omosessuali, ma coloro che verrebbero maggiormente garantiti dai Pacs sono proprio i soggetti più deboli come gli anziani “ (“Il Resto del Carlino”, 22 settembre 2005).
Gli studiosi Marzio Barbagli e Asher Colombo nel libro Omosessuali moderni (Il Mulino, 2000) faceva notare però che nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 34 anni, la percentuale delle convivenze omosessuali è di gran lunga superiore a quella dei coetanei eterosessuali. Che guazzabuglio…
Le coppie di fatto in Italia “nessuno può davvero contarle, visto che non sono registrate da nessuna parte (salvo alcuni Comuni all’avanguardia). Si parla di un milione di persone, ma è solo un dato indicativo”, concludeva “Il Venerdì di Repubblica”, il 23 settembre scorso. Un milione significa cinquecentomila coppie o due milioni di persone in coppia? L’impressione è che in Italia nessuno voglia contare le coppie.
Proviamo allora a reperire all’estero dati ufficiali sul fenomeno. Incominciamo con il numero di matrimoni gay.
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Il Belgio riconosce il matrimonio gay dal 2003 e nel luglio 2005 il Ministero dell’Interno belga ha annunciato che si erano sposate 2442 coppie, il 3% delle quali dello stesso sesso. In Spagna, stando ai dati divulgati dal Ministero di Giustizia, sono convolati a giuste nozze almeno 327 coppie omosessuali nei 200 registri civili informatizzati. Il numero di registri esistenti nel Paese è 432 e l’Ambasciata spagnola stima che il “numero reale di queste unioni è sicuramente di molto superiore alla cifra indicata, forse anche il doppio”. La Gran Bretagna, ultimo paese europeo ad avere approvato il matrimonio gay, ha registrato 687 “civil partnerships” tra omosessuali nella sola giornata di entrata in vigore della nuova legge, il 21 dicembre scorso, e l’Ambasciata, che abbiamo contattato, presume che il totale nel frattempo avrà superato le 1.000. In Olanda, infine, i matrimoni gay si attesterebbero, al dicembre 2004, a 6.893.
Ferma restando le differenze di popolazione, culturali, e sociali tra questi paesi, e considerando che le leggi sul matrimonio gay sono una novità (in Spagna esistono da nemmeno un anno), sul piano del diritto un dato è lapalissiano: le coppie gay che accedono all’istituto del matrimonio si contano nell’ordine di un migliaio per paese.
Le leggi sulle unioni civili, che offrono diritti e doveri molto diversi a seconda del Paese che le ha approvate, hanno invece molto più successo e riguardano decine di migliaia di conviventi omo o eterosessuali.I Pacs, in Francia, secondo dati ufficiali offerti dal Tribunal d’instance del Ministero di Giustizia sono in continua crescita e nel dicembre 2004, hanno superato i 130.000. In Francia 260.000 persone hanno utilizzato, quindi, la nuova legge. Strano che Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari, il 21 settembre 2005 dichiari alle agenzie, il 21 settembre scorso “In Francia, i Pacs, esistono dal 1999: guardando i dati disponibili, risulta che ne sono stati sottoscritti 73 mila…”. Balle.
Nell’ordine delle migliaia anche le convivenze registrate in Germania, tanto che, a detta dell’Unione delle Lesbiche e dei Gay, nel 2004 le convivenze sono state tra le 12.500 e 14.000. Anche nei paesi europei più piccoli l’interesse per i nuovi diritti riguarda migliaia di persone. In Finlandia, ad esempio, stando ai dati che ci ha offerto l’Ambasciata, “la legge che permette le coppie gay registrarsi (rekisteröidä parisuhde), secondo dati dell’Istituto nazionale di statistica Finlandese ha registrato un totale di 1012 coppie (ma quelle del 2005, circa 190 sono solo stimate)”, mentre in Svezia secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica svedese (SCB), nell’anno 2004 sono state contratte 285 unioni tra uomini e 284 unioni tra donne.
Per gli altri paesi che abbiamo contattato (Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Islanda e Svizzera), mentre andiamo in stampa, non ci sono ancora pervenute stime ufficiali.
Stando ai dati reperiti aveva dunque ragione Grillini… ma le bugie degli altri continuano a circolare senza smentite. (Pubblicato originariamente in “Pride”, n. 81, marzo 2006 con il titolo Unioni civili:diamo i numeri)