Nasce Arcigay Arezzo

Arcigay apre i battenti ad Arezzo con l’affiliazione del nuovo comitato provinciale approvata dal Consiglio nazionale dell’Associazione, domenica 10 ottobre scorso. Abbiamo intervistato il presidente, Bruno Tommassini

Arcigay apre i battenti ad Arezzo con l’affiliazione del nuovo comitato provinciale approvata dal Consiglio nazionale dell’Associazione, domenica 10 ottobre scorso. Abbiamo intervistato il presidente, Bruno Tommassini.

Come nasce l’esigenza di fondare un comitato provinciale di Arcigay ad Arezzo?

Un gruppo di giovani aretini mi ha chiesto di impegnarmi per la costruzione di una associazione gay. Ritengono importante iniziare anche nella nostra città questo percorso non facile. La proposta è stata sottoposta direttamente a me, per i miei trascorsi: sono stato infatti il primo presidente di Arcigay a Firenze tantissimi anni fa. Ho ritenuto opportuno contribuire all’iniziativa anche forte della mia visibilità trentennale.

Come mai avete scelto di chiamarvi “Chimera arcobaleno”?

E’ stata una rapida decisione. La chimera è l’esempio meglio conosciuto dell’arte etrusca e il simbolo della Città. E’ un animale ferito che volge la testa in atteggiamento sofferente e racchiude nel suo corpo più animali.

Chi fa parte del vostro comitato?

Siamo molti, oltre a me c’è Cristina Betti che è la vicepresidente di Chimera Arcobaleno, mentre Danilo Sensi, Francesco Romizi e Roberto Ciofini fanno parte del comitato direttivo.

Qual’è stato il percorso per diventare comitato?

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Abbiamo incominciato con incontri informali. Ci siamo poi strutturati e abbiamo formulato e registrato lo Statuto. Ancora abbiamo indietto l’Assemblea/Congresso e eletto i rappresentanti di Chiera arcobaleno. Infine abbiamo fatto richiesta di trasformarci da comitato promotore di Arcigay in comitato a tutti gli effetti.

Che clima respira la comunità glbt ad Arezzo?

Il clima è difficile perchè è una citta piccola. La comunita glbt ha bisogno, in questo momento, dell’appoggio e del contributo delle istituzioni per evitare o facili folclorismi o banalizzazioni rispetto alle tematiche glbt.

Quali saranno le vostre prime iniziative?

Per il momento faremo grande pubblicità alla nascita del gruppo. I gay aretini, che sono molti, devono capire che l’associazionismo non deve essere fonte di ulteriore isolamento o ghettizzazione. Un luogo di militanza è metafora di pensiero civile da dove contribuire a deligittimare pratiche di esclusione sociale e sopratutto per costruire pratiche di convivenza democratiche.

Come contattarvi?

A questo numero di cellulare: 338 9851964 o alla mail arezzo@arcigay.it.

Qual è il significato oggi di far parte di Arcigay, la maggior associazione gay italiana?

Il legame con l’Arci, non ha bisogno di legittimazione. L’Arci per la sua storia sociale e politica ha sempre prestato attenzione ai temi della diversità e della accoglienza cosi come è sempre stata promotrice di iniziative culturali che avessero obiettivi formativi ed emancipativi.

La storia di Arcigay poi è esemplare e non solo perchè c’ero quando è nata, ma anche per cio che è scaturito all’ultimo congresso di Perugia e ciò che sabato scorso ho sentito nella bellissima relazione del presidente Paolo Patanè. (intervista pubblicata originariamente sul sito www.arcigay.it)

Stefano Bolognini ⋅
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