All’estrero è ormai una prassi consolidata: gay e lesbiche che conoscono un minimo di inglese affittano stanze o appartamenti, che rispecchino alcuni standard qualitativi, a prezzi contenuti, ad altri omosessuali.
L’ospitante, oltre a guadagnare “qualcosina” con un impegno minimo, ha una utile occasione di confronto con omosessuali che provengono da diverse realtà e lo stile dello scambio, solidaristico e amichevole, è sovente motivo di divertimento.
L’ospite, che alloggia a costi modesti, è direttamente a contatto con un omosessuale del posto che può offrire preziosi infomazioni turistiche, o aggiornatissime notizie sulla vita gay, facilitando la vacanza, che, da esperienza metramente turistica, può trasformarsi in un’occasione di amicizia. Abbiamo provato uno dei servizi ricavandone un’ottima impressione. Con esattamente 20 euro a notte abbiamo alloggiato in appartamento a capodanno a Berlino, nel centro del principale quartiere gay della città.
L’appartamento (accogliente, caldo e pulito), ci era stato mostrato preventivamente via e-mail in fotografia, lo scambio delle chiavi rapido e a tarda notte (siamo arrivati nella capitale intorno all’una): “qui c’è il frigo”, “qui c’è sale e zucchero, caffè spezie e altro… usateli”, “ecco la tv dgitale con il DVD”, “Posso trascrivere i dati dei vostri documenti?”, “Enjoy Berlin…”.
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Abbiamo rivisto il proprietario di casa solo alla partenza. Si è sincerato, in pochi minuti, delle condizioni dell’appartamento, più preoccupato di quanto ci fossimo divertiti nella capitale che dei due bicchieri che avevamo rotto: “No problem”.
Così, per qualche giorno, “uscire di casa” ha significato essere al centro della vita gay della capitale tedesca con cruising, disco e bar raggiungibili a piedi, “baffoni” leather sorridenti, military shop, dildo point, sexy shop con cabine affittabili e divertenti negozietti per la produzione e vendita di gabbie e ceppi, per coloro che amano consenzienti divagazioni sul tema…
L’ Italia è tra le mete turistiche ai primi posti nelle richieste dagli omosessuali, ma questo tipo di servizio, proposto ad esempio da Ebab (www.ebab.com), che cerca stanze nel nostro paese, stenta a crescere.
L’Italiano in genere ha un’idea sacra di “casa” e, al di facili generalizzazioni, pensa subito al peggio: “Chissà chi mi porto in casa” o più diffidente “Mi ruberanno tutti i cd di Mina”…
I rischi che corre l’ospitante sono risibili, visto che il servizio comporta all’arrivo una procedura controllata di check-in, con lo scambio dei dettagli dei ducumenti, utili in caso di, rare, controversie e l’immediato pagamento del soggiorno ed un check-out di verifica che tutto sia in ordine. (pubblicato in “Divo”, gennaio 2007)