Giò Stajano: settant’anni, omosessuale dichiarato negli anni Sessanta, transessuale negli anni Ottanta, scrittrice, pittrice… Un personaggio che aveva scandalizzato per trent’anni l’Italia eterosessuale e non, proponendosi impavido e senza remore per quello che era: omosessuale. La sua biografia, intitolata La mia vita scandalosa (Sperling & Kupfer) non lascia nulla all’immaginazione. Si dichiarò negli anni della Dolce Vita, quando l’omosessualità era considerata nella “migliore” delle ipotesi “turpe vizio” e nella peggiore “demoniaca”.
Negli anni Novanta recupera, per sua ammissione la Fede cattolica… Nel 2000 eccola infine a una trasmissione televisiva, Asterics, nella quale s’esprime in modo per nulla lusinghiero verso i gay e verso il World Pride di quell’anno: “E poi non riesco a capire su che cosa possa basarsi questo orgoglio omosessuale. Io che non ho mai avuto né Grilli né tantomeno Grillini per la testa quando ho visto la manifestazione in TV (il Gay Pride di Roma) sono rimasta allibita il fatto di chiamarla giornata dell’orgoglio. L’univa prerogativa, se così vogliamo chiamarla, posseduta dagli omosessuali che gli eterosessuali non possiedono è quella della bramosia del prenderlo nel di dietro. Non è che si possa andare tanto orgogliosi di avere questa bramosia addirittura da programmare manifestazioni internazionali.
Ma anche questa pretesa di veder riconosciuto il matrimonio omosessuale dallo stato e dalla Chiesa la trovo assurda. Il matrimonio presuppone la formazione di una famiglia con un padre e una madre che mettano al mondo dei figli non semplicemente adottandoli”.
Stajano ebbe l’innegabile merito, primo fra tutti, di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica da un’omosessualità relegata alla cronaca nera ad un’omosessualità vista quale fenomeno scandaloso, di costume. Questo sarebbe stato un’ottimo motivo per relegarla nell’Olimpo (pressoché vuoto) delle icone gay italiane.
Se non fosse per quelle dichiarazini degne del peggior omofobo… Oppure quel servizio televisivo è stato montato “ad arte” banalizzando l’intervento della Stajano? Pride lo ha chiesto direttamente a lei, che in parte ritratta. In parte…
Giò Stajano, come mai il Gay Pride ti aveva “lasciato allibita”?
Perché se si vuole avere rispetto della gente non ci si può esibire con le tette al vento, le piume sul culo e chilometri di lingua in bocca. Inoltre c’erano delle lampanti offese al pontefice. C’era un gay vestito proprio con l’abito papale che ballava con un trans, poi altri con le ali d’angelo e altri ancora in abito talare. Questo mi ha lasciata allibita.
Pensi davvero che gli omosessuali vivano la “bramosia di prenderlo nel di dietro”?
No. Io dicevo che non vedo nessuna giustificazione nel chiamare una manifestazione di quel genere la giornata dell’orgoglio omosessuale. Capirei la giornata dei diritti degli omosessuali o della rivalutazione dell’omosessuale o della Par Condicio Omosessuale. Si è orgogliosi di qualcosa che si ha e che gli altri non hanno. Si è orgogliosi del proprio valor militare, del proprio genio, della propria bellezza o del propria cultura, ma tutto questo gli omosessuali lo hanno in comune con gli eterosessuali. L’unica cosa di diverso che gli omosessuali hanno con gli omosessuali è appunto, questa sfrenata bramosia di prenderlo nel di dietro. Bramosia che gli eterosessuali non hanno.
Cosa ne pensi della visibilità gay?
Ma l’ho sempre detto, scusa, in quell’intervista non ho detto che sono stato il primo gay dichiarato d’Italia? Non rinnego niente della mia esistenza.
Perché allora dici che il matrimonio omosessuale è assurdo?
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Ma scusa, l’ho detto. Perché il matrimonio è una condizione sociale che prevede la famiglia. La famiglia è composta da un padre e da una madre in condizione di procreare dei bambini, a quello è preposto il matrimonio. Né due omosessuali uomini né due omosessuali donne sono in quella condizione.
Cosa dovrebbero fare le coppie gay che vogliono regolare la loro posizione di coppia?
La coppia può essere tutelata da un contratto civile, si va dal notaio si stabiliscono punti reciproci o donazioni reciproche in caso di morte o dei testamenti reciproci. È come quello che fanno due amici qualsiasi, anche eterosessuali o soci di affari, che vogliono tutelare gli interessi l’uno dell’altro in caso di imprevisti. Il matrimonio prevede un uomo e una donna in condizione di procreare.
Consideri l’essere gay una condizione naturale?
Certo, come no scusami allora dovrei autoeliminarmi. Ogni omosessuale ha il diritto di esistere ma da lì ad essere orgoglioso di essere gay…Non si può essere orgogliosi di niente tutto quello che abbiamo è tutto dono di Dio perché non ci siamo creati da soli. Non conosco nessuno che si sia partorito o dato l’anima da solo. Tutto ciò che abbiamo ce l’ha dato il Signore.
Cosa ne pensi del Movimento gay?
Quale movimento gay? L’ancheggiamento o lo “sculettamento”?
Hai qualche remora nei confronti dei gay?
Non ce l’ho con i gay, perché non posso dimenticare che anche se oggi come oggi sono anatomicamente e anagraficamente donna. Sono stata anch’io gay, per quello conosco bene i loro diritti e i loro limiti. Spero di non essere messa al rogo, purtroppo nella trasmissione il mio pensiero è stato sintetizzato in quindici minuti. Devi capire che lì tante cose le hanno tagliate hanno fatto otto ore di riprese per poi un quarto d’ora neanche di trasmissione. È come estrarre dalla Divina Commedia cinquanta versi non si può sguardo d’insieme.
Oggi dici di essere cattolica e hai fatto voto al Sacro Cuore do Gesù. Non pensi che la chiesa esageri contro l’omosessualità?
Sono sempre stata cattolica, mi sono ravveduta dagli errori che ho commesso. Li ho commessi non per il fatto di essere gay ma li avrei commessi anche se fossi stata una scimmia. Ero spinta dalla volontà di libertà e trasgressione che sono indipendenti dal fatto di essere omosessuale. La Chiesa esagera contro l’omosessualità. Non so se hai letto il bollettino del Guado di quest’estate. C’erano interventi di moltissimi religiosi. Fra i quali anche il vescovo Luigi Bettanzi? O tettamanzi? e altri vescovi e prelati che parlavano di questa posizione della Chiesa estremamente rigida e non conciliabile con le verità di Cristo.
Giò Stajano è omofoba?
No è una Giò Stajano illuminata, equilibrata, che vede quali sono i limiti e fino a che punto si possono avanzare delle pretese e da quale punto in poi non sono giustificabili. Ho molti amici omosessuali che non si sognano di partecipare queste manifestazioni… (Pubblicato originariamente in “Pride”, settembre 2001, pp. 32-33).