Si spogliano completamente durante i loro concerti e hanno suonato al Gay Pride Concert di Roma l’anno scorso. I Frangar Non Flectar, una rock band emergente di eterosessuali, testimoniano che sull’altra sponda non c’è sempre e solo omofobia e per l’uscita del loro terzo CD, Tribe, si mettono a nudo anche per “Pride”. Ne parliamo con il loro bassista Perez.
Incominciamo dal 2002 quando il vostro gruppo si è esibito sul palco del Gay Pride di Roma. Ci racconti quell’esperienza?
La capo redattrice di Aut (mensile gay romano), Egizia Mondini, ci ha invitato a partecipare al concerto del Gay Pride. Per noi è stato bellissimo ed importante anche perchè abbiamo vissuto le precedenti edizioni tra i partecipanti al corteo sognando di poter dire la nostra, un giorno, anche come artisti.
Come spieghi il successo che avete tra i gay?
Sinceramente è una domanda che non ci siamo mai posti. Ci piace pensare che il pubblico gay sia aperto all’emozioni che suscita la nostra musica. Quando suoni e vivi la vita con passione, con amore, quando sei proiettato verso l’altro, allora sei “vero” e questo non passa inosservato a chi sa recepirlo.
Non nascondiamo che arrivate a fine concerto completamente nudi incrementando ‘l’interesse’ nei vostri confronti…
(Ride) Ma no semplicemente quando è uscito “Tribe”, dopo 10 anni di musica indipendente, abbiamo voluto mettere un punto e ci siamo messi a nudo. Inizialmente il messaggio è stato affidato ad un servizio fotografico, che in questo paese così “aperto e democratico” è stato fonte di problemi di ogni sorta con alcune riviste e quotidiani.
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Quali?
Ad esempio la pubblicazione della foto che è sembrata “fuori” luogo o poco adatta allo stile di alcuni giornali del settore musicale. Ci siamo sentiti dire da alcuni giornalisti che la foto sarebbe risultata troppo forte! Credo che molte persone abbiano problemi con la propria sessualità,
e anche una foto casta come la nostra, susciti istinti di cui poi, da buoni bacchettoni, si devono
vergognare (pubblicamente però). Spogliarci è una costante del crescendo vorticoso della fine del nostro concerto. Non è assolutamente uno spogliarello fine a se stesso, non ne siamo capaci, è solo seguire l’impatto sonoro del nostro show ed è proporzionale alla “tensione” che riusciamo a ricreare ogni sera. Ci piacerebbe farlo diventare un “rito” collettivo, forse l’idea è un po’ fricchettona, ma ci diverte molto.
Nessun imbarazzo nudi di fronte a migliaia di gay?
No, e perchè? Siamo del parere che una società civile e moderna, debba coltivare le proprie differenze per una cultura delle diversità e non per una gayfobia. Se i nostri padri avessero ascoltato la loro parte femminile, probabilmente adesso ci sarebbe un dialogo costruttivo. Noi ci sentiamo fatti di sentimenti, di pulsazioni ed attrazioni maschili e femminili, e crediamo che questo voglia dire essere eterosessuali.
Passiamo alla vostra musica e al vostro nuovo CD. Lo puoi raccontare?
Massimo Baiocco e Caterpillar, che poi sono gli autori dei testi dei Frangar, direbbero che i nostri sono pezzi d’amore e nelle storie che raccontiamo c’è sempre questa componente.
“Giglio infranto” è ambiguo perchè non si capisce l’orientamento sessuale dei protagonisti. “Così facile”, invece è a mio parere uno dei testi più duri di FNF, parla della fine di una storia. Non ci orientiamo mai solo su una tematica, perchè non si vivono sempre le stesse cose. Il pubblico apprezza moltissimo “Semplicemente sorrise”, sia per la melodia sia per il ritornello “…vorrei strapparle gli occhi e scambiarli con i miei…”, ma ci segue anche nelle canzoni di protesta sociale.
Ora state “musicando” il film di Charlie Chaplin “Tempi Moderni”. Ci promettete, per il futuro, una canzone che parli di omosessualità?
Sì. Dall’uscita di Tribe, abbiamo raccolto molti spunti, molte storie. Riceviamo diverse email di ragazzi e ragazze, che si confidano partendo da un nostro testo e poi nasce il dialogo e l’amicizia.
Concludendo quando potremmo ‘godervi’ dal vivo?
Quest’estate saremo in giro con la sonorizzazione live di “Tempi Moderni” quindi la situazione sarà molto diversa e soprattutto “casta”. Terremo qualche concerto qua e là, ma contiamo di tornare in pista e nudi nel prossimo inverno. Per tenervi informati e dialogare con noi vi invitiamo a visitare il sito della band www.frangarnonflectar.it . A questo punto lanciamo la proposta agli amici dei circoli gay ad organizzare una data del nostro progetto sul film… (pubblicato in “Pride”, luglio 2003)